Efficace ed efficiente come pochi altri al mondo: così dipingono il nostro Servizio Sanitario nazionale due studi usciti nel giro di poche ore. Ieri il rapporto Health care efficiency di Bloomberg ha messo l’Italia al quarto posto nel mondo per efficienza della spesa sanitaria, un indice che mette in rapporto i costi con l’aspettativa di vita. Oggi, uno studio dell’Imperial College di Londra e dell’Organizzazione mondiale della Sanità, pubblicato su The Lancet, ci vede nelle fasce alte della classifica - insieme a Francia, Corea del Sud e Australia - dei paesi che stanno riducendo la mortalità per malattie non trasmissibili - dal cancro all’infarto - a un ritmo tale da soddisfare gli obiettivi dell’Onu per il 2030.
“Non potevano esserci auguri migliori per i quarant’anni del nostro Servizio Sanitario Nazionale, che stiamo per festeggiare, domani e domenica, a ‘Venezia in Salute’ - commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri,
Filippo Anelli -. Questi dati fanno il paio con lo studio pubblicato qualche mese fa su Bmj Open, secondo il quale la cosiddetta 'continuità terapeutica', cioè il farsi visitare sempre dallo stesso medico, che sia di Medicina Generale o specialista, allunga e salva la vita. Un grazie dunque ai medici italiani e a tutti gli operatori sanitari che hanno reso possibili, con sacrificio, dedizione, professionalità e passione, questi risultati”.
“Questa è la nostra ricchezza, questa è la nostra eccellenza - continua Anelli -: aumentare l’aspettativa di vita degli italiani con un investimento contenuto. È una bella risposta a tutti coloro che stanno provando a smantellare il nostro servizio sanitario nazionale in nome di una presunta autonomia regionale”.
“In entrambe le ‘classifiche’ siamo tra i primi paesi al mondo - constata Anelli - ma possiamo sicuramente migliorare. La strada da seguire è quella della riduzione delle disuguaglianze tra le regioni, della lotta alla povertà e dell’incremento del livello di istruzione, che si correla con una riduzione delle cause di mortalità”.
“Il Governo accetti la sfida - conclude - ed eviti di mettere in crisi questo straordinario strumento di solidarietà, rappresentato dal nostro servizio sanitario nazionale”.