Il NurSind Milano ha detto “no all'ennesimo taglio delle risorse destinate al comparto della Sanità, che ha pericolose ricadute sia sul servizio erogato ai cittadini sia sul benessere professionale e psicologico degli operatori”. E lo ha fatto rifiutando di firmare gli accordi aziendali sulle RAR 2018 dopo la sigla, lo scorso luglio, di una preintesa tra Regione e sindacati che prevedeva che i lavoratori rinunciassero ad una parte di queste risorse affinché la Regione potesse utilizzare quanto risparmiato per l’assunzione di 250 nuovi operatori. L’assessore al welfare della Lombardia
Giulio Gallera aveva parlato di rispearmi epr “16.500.000 euro” che avrebbero permesso “circa 250 nuove assunzioni a tempo indeterminato nelle Asst lombarde”.
Ma per il Nursind Milano “i conti non tornano. Insomma, i conti si fanno quadrare sulla pelle - o meglio sulla busta paga - di chi sta peggio. Dal 2013 ad oggi ogni lavoratore del Comparto Sanità ha perso circa il 30% del valore della RAR, una cifra che si attesta fra i 220 e i 300 euro, a seconda delle fasce di appartenenza” fanno sapere i delegati sindacali NurSind di Milano.
Oltre al fatto di “non voler cedere a un nuovo ricatto al ribasso, con ulteriori tagli ai già magrissimi bonus”, il sindacato delle Professioni Infermieristiche denuncia “un'altra discrepanza”. “Nelle 250 nuove assunzioni da distribuire nelle ASST lombarde, ricordiamo possibili per un importo di tutto rispetto - 16.500.000 euro - sono comprese tutte le figure del comparto Sanità, dai medici agli amministrativi, agli infermieri. Considerando che, a seguito della riforma del sistema socio sanitario lombardo del 2015, le ASST lombarde risultano 27, di cui 8 su Milano e territorio, significa che per ogni ASST le assunzioni sarebbero circa 9. La domanda è d'obbligo: con poco più di 9 assunzioni per ASST, o solo per determinate ASST, magari esclusivamente per alcune figure professionali, davvero sarà possibile lavorare meglio?” si chiedono i delegati sindacali NurSind di Milano. “La nostra risposta è no”.