L’Anaao Assomed della Lombardia interviene nel dibattito in merito alla carenza di medici chiedendo alla politica soluzioni immediate. “E' di pochi giorni fa la notizia che anche nei Pronto Soccorso più grandi e con più accessi, Parma, Bologna e ultimamente anche in Lombardia, con Bergamo in prima fila seguita da altre province lombarde, la difficoltà a reclutare medici pone questi delicatissimi reparti in grave difficoltà. Alle ordinarie traversie legate alla carenza di posti letto, all'iperafflusso incontrollato e spesso incongruo, alla mancanza di risposta, per svariati motivi, della medicina del territorio, si aggiunge lo svuotamento degli organici. Ai presidi periferici, da più tempo in sofferenza, ora si aggiungono anche i grandi centri ospedalieri metropolitani”, osserva l’Anaao Assomed Lombardia.
Per il sindacato, “vuoi perché medici esperti si dimettono a causa delle condizioni di lavoro insostenibili, vuoi per dimissioni di giovani che si spostano verso lidi più tranquilli o vicini ai propri affetti la situazione, appunto anche negli ospedali in teoria più attrattivi, sta diventando sempre più drammatica. Il fallimento della programmazione universitaria e ministeriale ha acuito un noto problema che ormai è esploso in tutta la sua gravità, mettendo in forse l'assistenza appropriata a pazienti che possono essere gravi e richiedere cure emergenziali e competenti”.
L’Anaao Assomed Lombardia, per voce del segretario regionale Stefano Magnone, si unisce dunque ai tanti inviti alla politica perché “faccia presto e, possibilmente, bene, superando grotteschi a anacronistici ostacoli, varando provvedimenti di emergenza per immettere forze fresche, ancorché non (ancora) in possesso dei requisiti di legge ma provvisti della necessaria e sufficiente esperienza”.
Per l’Anaao Assomed Lombardia “occorre mettere fine ad una programmazione della formazione medica specialistica autoreferenziale e avulsa da ogni sorta di professionalità e competenza richieste da un Servizio Sanitario Nazionale in sempre maggiore e drammatica difficoltà. Meglio una scuola di specializzazione in meno che la carenza di medici in discipline fondamentali per la salute dei nostri concittadini”.