Riapertura dei bandi con consequenziale cancellazione della data del 25 settembre, giorno in cui si sarebbero dovute effettuare le prove di selezione (i candidati sarebbero circa 13mila) per l’ingresso al corso di formazione in medicina generale. A quanto si apprende sarebbe questo il percorso deciso in seguito all’incontro tenutosi oggi al Ministero della Salute cui erano presenti le Regioni e i medici di famiglia, e che aveva lo scopo di risolvere la questione dopo che nell'ultima intesa Stato-Regioni sul riparto Fsn 2018 erano state previste 860 borse aggiuntive (40 mln a valere sugli obiettivi di piano), con il problema però che i bandi regionali erano già stati chiusi a luglio ed è già stata fissata la data del test per il 25 settembre.
In attesa di comunicazioni ufficiali, molto probabilmente per realizzare l’ipotesi le Regioni ora dovranno comunicare l’intenzione di riaprire i bandi e indicare anche una nuova data per la prova (probabile in novembre) a quel punto il Ministero pubblicherà un avviso in Gazzetta Ufficiale. Sembra essere quindi passata la linea dei medici e del Ministero della Salute e sarebbe quindi decaduta l’ipotesi di alcune Regioni che chiedevano invece di far scorrere le graduatorie (per assegnare le 860 borse aggiuntive) senza per questo riaprire i bandi e toccare la data del 25 settembre. Ipotesi ritenuta però pericolosa in quanto si potevano favorire i ricorsi.
Ma nella riunione, sempre a quanto si apprende, si sarebbe toccato anche il tema delle risorse economiche. Infatti da alcune Regioni sarebbe stato paventato il problema che le risorse stanziate (40 mln) per le nuove borse non sarebbero sufficienti per far fronte anche alla necessaria implementazione dell’organizzazione didattico-amministrativa che l'aumento dei corsisti richiede.
In questo caso, le ipotesi al vaglio, da prendere con le molle sia ben chiaro, sarebbero tre: quella che prevede una lieve riduzione delle borse aggiuntive (che quindi non sarebbero più 860, ma meno) o di dragare risorse dall’eliminazione delle 58 borse aggiuntive per le specializzazioni (anche queste previste dall'Intesa sul Fsn 2018) dato che in questo caso il concorso si è già svolto e c’è proprio la difficoltà di come assegnare le borse in più. Ultima ipotesi lasciare tutto così com'è con le Regioni che dovranno fare con quel che hanno a disposizione. Sul punto è in atto un confronto tra le Regioni.
Luciano Fassari