toggle menu
QS Edizioni - martedì 2 luglio 2024

Lavoro e Professioni

Amalgama dentale. Indispensabile per le cure ma rischiosa per il lavoro sanitario odontoiatrico

di Domenico Della Porta
immagine 27 agosto - L’amalgama continua ad essere un materiale affidabile e sicuro. Un’alternativa terapeutica però ancora non c’è. Però, allo stesso tempo, non è possibile fare a meno della valutazione del rischio per gli operatori sanitari odontoiatrici che ne fanno uso.
All’indomani dell’Informativa sulle disposizioni relative all’amalgama dentale del 6 agosto scorso della Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del Ministero dell’Ambiente che indica, tra l’altro, l’uso dell’amalgama in odontoiatria solo in forma incapsulata, occorre confermare la preoccupazione sul rischio in ambiente di lavoro sanitario odontoiatrico proprio di questo prodotto. 
 
Non a caso, infatti, l’INAIL nell’Aggiornamento dell’elenco delle malattie professionali la cui origine lavorativa è di elevata probabilità, l’ultimo in ordine di tempo, pubblicato con DM 10.6.2014 ed entrato in vigore il 27 novembre dello stesso anno, ripropone l’esposizione a mercurio amalgama.  A questo si aggiunge anche il giudizio positivo sull’uso dell’amalgama espresso in un volume di 281 pagine edito a gennaio 2014 dal Ministero della Salute “Raccomandazioni cliniche in Odontostomatologia” nel capitolo dedicato alla Odontoiatria Restaurativa dove a pag.49 viene detto: “Nei settori posteriori, l’amalgama continua ad essere un materiale affidabile e sicuro, anche se è buona norma evitarne l’uso nelle donne in gravidanza e negli individui in età evolutiva.” 
 
A sostegno di questa visione, ANDI, membro del CED, ha inviato nel 2016 una nota al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin e al Ministro dell’Ambiente On. Gian Luca Galletti, all’interno della quale sostiene che l’amalgama, pur essendo un materiale attualmente poco utilizzato, risulta ancora essere un presidio difficilmente sostituibile per alcune terapie, rendendo difficilmente sostenibile una eventuale eliminazione. “Un adeguato materiale sostitutivo per l’amalgama dentale ancora non esiste”, si legge nella nota ANDI. “I ricercatori stanno lavorando a tale scopo ma questo è, per sua natura, un processo lento, che deve essere testato nel corso di molti anni.
I materiali alternativi attuali (resine composite) mostrano svantaggi significativi in alcune situazioni in cui l’amalgama dentale può invece garantire la salute orale”. Di fronte a questo panorama, in considerazione, per finire, che soltanto entro il 2023 l’amalgama dovrebbe essere gradualmente eliminata, secondo quanto deciso dalla specifica direttiva europea, non è possibile fare a meno della valutazione del rischio amalgama per operatori sanitari odontoiatrici che ne fanno uso.
Senza tralasciare nel percorso della Sorveglianza sanitaria da attivare,  alla luce della norma vigente in materia di igiene e sicurezza sul lavoro (D.L.gs.81/2008) il monitoraggio biologico degli operatori interessati studiando gli indicatori di esposizione e di effetto, il Datore di Lavoro dovrà avviare  l'esame sistematico dei problemi di prevenzione in tutti gli aspetti dell'attività lavorativa non sottovalutando  le situazioni di lavoro che esulano dalla routine (manutenzione, pulizia, arresto e riattivazione di impianti, cambio di lavorazioni, ...), come chiaramente indicato negli orientamenti CEE. Non va persa di vista la natura di processo partecipato che la valutazione deve assumere, sia a garanzia di aver raccolto tutta l'informazione disponibile sui fattori di rischio (tra cui le trasformazioni che l'organizzazione del lavoro "formale" subisce, all'atto della sua concreta messa in pratica da parte dei lavoratori), sia per ottenere il coinvolgimento attivo di tutte le parti in causa nella ricerca delle soluzioni più efficaci e nella loro applicazione.
 
Non va, infine, dimenticato che gli studi del fenomeno infortunistico e tecnopatico che utilizzano un approccio solo "deterministico", mirato ad identificare cause di infortunio o di malattie professionali solo in errori umani o in inconvenienti tecnici o in deficienze strutturali, presentano limiti importanti ed insolubili se non affrontano anche le interconnessioni con il tessuto organizzativo della produzione.
 
 
Domenico Della Porta
Docente di Medicina del Lavoro Università Telematica Internazionale “Uninettuno” - Roma
27 agosto 2018
© QS Edizioni - Riproduzione riservata