Ecco una seconda serie di commenti pervenuti alla redazione riguardo alla liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con ricetta prevista dal decreto anticrisi.
Anpi, Mnlf, Forum delle Parafarmacie: “Sicurezza, tracciabilità e farmacovigilanza già parte del nostro sistema"
Nell’audizione in Commissione Bilancio della Camera il direttore dell’Aifa, Luca Pani ha espresso quello che le associazioni delle parafarmacie ripetono da tempo ovvero che “con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, l’Italia fa da precursore in Europa e dunque dobbiamo prenderci l'onore e la responsabilità di questa scelta”.
Pani ha quindi aggiunto che “l'allargamento del mercato dei farmaci introdotto dalla manovra non deve andare a discapito della salute dei cittadini”. Ha poi aggiunto che “ci sono dei punti critici sia dal punto di vista dell'attenzione che va messa nel dispensare i farmaci, sia da quello della farmacovigilanza, visto che per la normativa europea sarà necessaria la tracciabilità”. Una posizione, quest’ultima, che rispettiamo, sulla quale tuttavia riteniamo opportuno fare alcune precisazioni:
- nelle parafarmacie, come nelle farmacie, è obbligatoria la presenza del farmacista, a garanzia della corretta e qualificata dispensazione del farmaco;
- nelle parafarmacie i farmaci dispensati ai cittadini, sono gli stessi delle farmacie. Come per la farmacia, i farmaci che vengono dispensati in parafarmacia sono soggetti alla tracciabilità imposta dal ministero della salute, dalla produzione, alla distribuzione intermedia, fino alla vendita nei nostri esercizi;
- nelle parafarmacie le procedure di farmacovigilanza e conservazione del farmaco sono già oggi identiche, a quelle previste per le farmacie, compreso l’utilizzo del frigorifero. Cosi come l’apparato tecnologico in uso nelle parafarmacie è lo stesso che usano le farmacie.
Una posizione condivisa anche dal mondo scientifico, per tutti valga il Proff. Garattini che interpellato sul provvedimento del Governo ha detto: “Non c’è nessun problema a vendere i farmaci di fascia C al di fuori delle farmacie, a patto che ci sia un farmacista''. ''Dal punto di vista dell'interesse dei pazienti e della salute – ha continuato Garattini - non c'e' alcun problema. Per i cittadini avere più punti vendita all'interno dei quali trovare questi farmaci rappresenta una maggiore comodità”.
In ogni caso per sgombrare dubbi in materia, siamo sempre disponibili ad applicare tutte le disposizioni che il ministro della salute volesse emanare a garanzia e nel rispetto della salute dei nostri concittadini.
Fiafant: “A vincere sarà solo l'interesse delle potenti lobby commerciali”
Riprendiamo le parole espresse dal nostro Presidente Fofi Dott. Mandelli: “proprio il momento di crisi sarebbe un’ottima occasione per portare a termine una riforma concertata che preveda insieme l’aumento delle farmacie sul territorio per dare una reale occasione ai giovani, a chi aspira ad una titolarità, agli stessi colleghi titolari di parafarmacie, per una reale concorrenza….” .
Invece nell’ultima stesura del decreto scompare proprio quella parte che aveva dato l’impressione a noi farmacisti dipendenti di farmacia o di parafarmacia di poter prevedere uno sviluppo delle posizioni lavorative: l’abbassamento del quorum anche se in misura non sufficiente rispetto alle aspettative ed il concorso straordinario .
Siamo sconcertati nel leggere che l’unico punto che prevedeva uno sviluppo lavorativo di tanti giovani colleghi, viene sostituito dalla possibilità dello “sconto”. Riteniamo che questa manovra scardini il sistema farmacia, introducendo perversi sistemi di finta concorrenza dove, lo sappiamo bene, a vincere sarà solo l'interesse delle potenti lobby commerciali. Noi, invece, crediamo in una farmacia che possa declinare di più e meglio la sua funzione di presidio socio-sanitario assistenziale del territorio, sostenuto dalle capacità dei tanti giovani professionisti e, sulla cui competenza,si regge una rete assistenziale che garantisce i cittadini anche nei più piccoli centri del nostro Paese.
Questo provvedimento va nella direzione opposta: assisteremo al fallimento di tante piccole farmacie e parafarmacie che non potranno stare dietro agli sconti delle grandi catene di distribuzione e questo si tradurrà in un enorme danno per i cittadini e in perdita di posti di lavoro. Riscontriamo quindi che si è dato voce e spazio ai grandi poteri economici che poco hanno a che fare con la salute e la tasca dei cittadini. Chiediamo al Governo d’ascoltarci per permetterci di presentare le nostre ragioni che rappresentano l’esigenza d’una riforma complessiva ed equa del settore.