“Siamo perfettamente consapevoli che il momento è delicatissimo ma non possiamo non prendere atto innanzitutto che il Governo ha disatteso le sue dichiarazioni di ricerca del confronto e dell’equità, quantomeno nel settore del farmaco. Liberalizzare la vendita dei farmaci di Fascia C soggetti a prescrizione significa favorire un circuito di distribuzione dei medicinali alternativo a chi, le farmacie convenzionate, svolge un ruolo di servizio pubblico e non mi sembra che questo possa contribuire allo sviluppo” .
Parole severe quelle che
Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani (Fofi) rivolge al Governo commentando le misure appena varate che rivoluzionano il mercato dei farmaci di classe C con ricetta liberalizzandone la vendita anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione.
“Oggi – aggiunge Mandelli per fare chiarezza sulle condizioni del settore - la rete delle farmacie convenzionate soffre un momento di grave difficoltà economica, come testimoniano gli studi di settore e le elaborazioni dell’Agenzia delle Entrate, e può ancora assicurare la dispensazione dei farmaci cui i cittadini hanno diritto a carico del Servizio sanitario nazionale solo perché può dispensare in esclusiva anche i medicinali a pagamento diretto da parte del cittadino. Un dato di fatto incontrovertibile, particolarmente evidente nel Mezzogiorno, dove alle difficoltà oggettive del sistema paese si sommano i ritardi nei pagamenti da parte delle Asl e il peso dei piani di rientro”.
“Molto spesso – continua Mandelli - il Presidente
Monti ha ribadito in questi giorni che noi siamo l’Europa e che in Europa dobbiamo restare, ma in tutta Europa non c’è un solo Paese in cui farmaci che richiedono una prescrizione sono dispensati fuori dalle farmacie”.
Il presidente della Fofi vuole poi “sgombrare il campo da possibili strumentalizzazioni” e ribadire ancora una volta che “non è in discussione la professionalità dei colleghi che operano nelle parafarmacie e nella grande distribuzione: è la struttura in questo caso a fare la differenza, non il singolo professionista”. Tanto è vero che lo stesso Decreto prevede un adeguamento dei requisiti strutturali che, fa notare il presidente della Fofi, “richiede investimenti attualmente non alla portata della maggioranza dei colleghi titolari di parafarmacia. In questo modo potranno adeguarsi soltanto le strutture della grande distribuzione e una minoranza delle parafarmacie, quelle di proprietà di società di capitali”.
Ma del resto, secondo Mandelli anche limitare la liberalizzazione ai Comuni maggiori disegna uno schema favorevole alle grandi catene e alla grande distribuzione. “Se si vuole disegnare uno scenario a misura dei grandi capitali, lo si dica chiaramente, ma senza chiamare in causa l’Europa, dove tutte le pretese liberalizzatrici sono state battute, al punto che il commissario
Michel Barnier in questi giorni ha ritirato tutte le procedure di infrazione a carico dei paesi che prevedono nel loro ordinamento una regolamentazione delle farmacie”.
Per il presidente della Fofi, “proprio il momento di crisi sarebbe un’ottima occasione per portare a termine una Riforma concertata che preveda l’aumento del numero delle farmacie sul territorio, per dare un’occasione concreta ai giovani e a chi aspira alla titolarità di una farmacia, questa sarebbe reale concorrenza e reale sviluppo per il Paese”.