C’è una relazione tra il cervello e le patologie da malnutrizione, intesa in difetto o in eccesso. Se nei paesi in via di sviluppo le carenze alimentari si legano a mortalità e malattie come quelle infettive, in quelli industrializzati gli squilibri in eccesso si associano a obesità, diabete, cardiovasculopatie e altre malattie. Puntare alla nutrizione corretta come prevenzione e cura in varie patologie croniche è l’obiettivo della neo costituita associazione scientifica
Brain and Malnutrition in Chronic Diseases Association, presentata ieri a Milano e che si avvale di un network di più di cinquanta esperti per patologia e area della nutrizione clinica. L’associazione ha come obiettivi principali l’informazione e l’aggiornamento di medici, dietisti e personale sanitario; la promozione di studi sull’argomento; progetti in ambito sociale, anche nei paesi in via di sviluppo. E’ già attivo anche il sito www.bm-association.it.
“Crediamo in quest’approccio metodologico perché tutto è cervello, in quanto regola ogni funzione dell’organismo” spiega
Gianni Pezzoli, presidente scientifico di Brain and Malnutrition. “Il cervello si occupa anche di controllo degli impulsi attraverso neurotrasmettitori come serotonina e dopamina, quest’ultima coinvolta nella regolazione di fame e sazietà. Abbiamo visto nel Parkinson che alcuni malati trattati con dopamino-agonisti sviluppano comportamenti compulsivi, cioè l’attività dopaminergica sostiene non solo le emozioni, come sapevamo, ma anche le emozioni in eccesso (compulsioni), come quelle relative al sesso o al cibo”. Nel cervello è scoperta recente che esistono cellule staminali endogene che vengono attivate dagli endocannabinoidi il cui rilascio è stimolato dagli antiossidanti, come gli acidi grassi polinsaturi. “Di questi ultimi c’è sicuramente un calo nell’invecchiamento cerebrale, perciò va bene l’apporto con gli alimenti che ne sono ricchi, come alcuni pesci” dice
Benvenuto Cestaro, presidente onorario dell’associazione. “Non vanno bene, però, fritture e cotture molto prolungate, che sviluppano invece perossidi; a sua volta l’eccessiva assunzione di antiossidanti, per esempio vitamine, è negativa perché alle cellule (ai mitocondri) servono un po’ di radicali liberi per stimolare le difese antiossidanti naturali”.
La malnutrizione in eccesso si lega a sovrappeso e obesità, che è in causa anche per patologie neurodegenerative; già con il sovrappeso aumenta il rischio di malattie metaboliche oltre che di sviluppare obesità. “Il 34% degli italiani è sovrappeso e il 10% obeso, cioè quasi un connazionale su due non ha uno stato nutrizionale adeguato” stigmatizza
Michela Barichella, presidente di Brain and Malnutrition. “Ed è grave che dagli ospedali siano dimessi pazienti anche più malnutriti di quando sono entrati, mentre abbiamo la capacità di fare trattamenti personalizzati. Ma le strutture di dietetica e nutrizione clinica sono poche in Italia. Tra l’altro, se un paziente è nutrito in modo corretto, si riducono anche giorni di degenza e complicanze, oltre a migliorare la sua qualità di vita”. Aggiunge
Emanuele Cereda, responsabile scientifico dell’associazione: “Negli ospedali c’è riscontro di pratiche nutrizionali non adeguate: in uno studio abbiamo osservato solo per il 38% dei ricoverati una valutazione nutrizionale, per il 22% un sufficiente monitoraggio del peso, per il 14% di chi necessitava di supporto nutrizionale un trattamento adeguato”. Conclude Barichella: “Il trattamento nutrizionale dev’essere considerato al pari di uno farmacologico. Per questo abbiamo chiesto per esempio la rimborsabilità per gli alimenti aproteici per i malati di Parkinson, e prodotti per la disfagia che è frequente in questi malati”. Brain and Malnutrition, associazione non profit, attende a breve il riconoscimento come Onlus.
E. V.