Difesa del Ssn ormai in “prognosi riservata” e del diritto alla salute declinato in 21 modi diversi con le Regioni del mezzogiorno che segnano il passo. Carenza di specialisti sempre più alle prese con un invecchiamento progressivo della categoria e con l’invadenza della politica e di logiche economicistiche. Nove anni di blocco del Ccnl.
Sono questi solo alcuni dei grandi temi che i Medici e dirigenti sanitari dell’Anaao Assomed porteranno all’attenzione del
24° Congresso Nazionale, che si apre a Roma domani 27 giugno, davanti a una platea di 300 delegati, e che si concluderà sabato 30 giugno con il rinnovo dei gruppi dirigenti nazionali.
Quattro giorni di dibattito per affrontare e proporre soluzioni agli aspetti più critici della professione medica e del mondo del lavoro, alle prese con un burnout sempre più invalidante, l’invadenza della politica e delle logiche economicistiche, la carenza di specialisti, il loro invecchiamento progressivo, il proliferare di fondi sostitutivi sostenuti dalla fiscalità generale. Insieme con il tema della difesa di un Ssn universalistico ed equo e di un rilancio, anche ai fini contrattuali, del valore del lavoro professionale. Un Congresso Nazionale che si celebra in concomitanza con l’anniversario del Ssn che a 40 anni appare “in pessima salute con prognosi riservata”.
“La strategia complessiva di ridimensionamento dell’intervento pubblico, e del ruolo e del numero dei Medici – sottolinea
Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao Assomed in una nota – ha prodotto un peggioramento senza precedenti delle loro condizioni di lavoro, fino a spingerli alla fuga dagli ospedali, rendendo sempre più difficile ed ineguale l’accesso dei cittadini ai servizi. Il diritto alla salute, riconosciuto come fondamentale dalla Costituzione, uno e indivisibile, viene già declinato in 21 modi diversi e le Regioni del mezzogiorno presentano risultati di salute più vicini all’Europa orientale che al Nord dell’Italia. Mentre continua l’attesa, dopo 9 anni di blocco, per un Ccnl che segni un ristoro economico ed un miglioramento delle condizioni di lavoro dei medici e dirigenti sanitari dipendenti”.
La fuga dagli ospedali, che aggrava la carenza di specialisti, figlia del flop della formazione medica post laurea, prosegue l’Anaao “è il prodotto anche di una mortificazione del ruolo professionale in aziende votate al solo controllo dei costi, in conflitto con la loro mission originaria di tutela della salute. Un contesto in cui la compressione del tempo di relazione con il paziente sull’altare della produzione e della burocrazia sta inquinando il rapporto medico-cittadino, come dimostrano episodi di aggressività verbale e fisica crescenti nel numero e nella gravità”.
Ci aspettiamo che la agenda del nuovo Ministro metta al primo posto la salvaguardia di un sistema sanitario pubblico e nazionale, equo, sicuro ed universalistico, arrestando la crescita delle diseguaglianze per restituire unitarietà ad una sanità a pezzi ed alla esigibilità di un diritto alla salute oggi declinato secondo il Cap di ciascun cittadino”.
È ora che il Governo dica se e come intende aumentare il finanziamento della sanità pubblica, ha quindi concluso Troise “che non è un pozzo senza fondo, ma un bene comune, un patrimonio professionale e sociale di cui andare orgogliosi, e ri-capitalizzare il lavoro professionale, che ne è valore fondante, strumento indispensabile anche per cambiare i modelli organizzativi, garantire l'appropriatezza delle prestazioni, migliorare gli esiti delle cure, controllare i costi crescenti”.