Brusca frenata del trend positivo sui contenziosi sanitari registrata negli ultimi anni. Dall’applicazione della Legge Gelli-Bianco si assiste, al contrario, a un aumento in vertiginoso della conflittualità fra medici e strutture sanitarie. Nel 2017, infatti, i sinistri aperti, e che possono coinvolgere più professionisti per uno stesso evento avverso, sono aumentati dal 2016 al 2017 del 60%. E i sinistri aumentano vorticosamente non solo in sede penale, ma soprattutto in sede civile.
Sono questi i dati dell’ultimo studio realizzato dall’Osservatorio permanente Aaroi Emac sul contenzioso sanitario, in collaborazione con il Broker assicurativo Aon e presentati al Meeting di SAQURE 2018 (Safety Quality Reliability), che si è tenuto a Roma dal 24 al 26 maggio.
Un Osservatorio, ha spiegato il Presidente Aaroi Emac
Alessandro Vergallo in questa intervista, che ha consentito all’Associazione dimonitorare anno per anno l’andamento dei sinistri riguardanti la stragrande maggioranza dei medici appartenenti ad una categoria di professionisti definita ed omogenea. “Grazie al nostro osservatorio – ha detto – prendiamo in esame le situazioni relative ai sinistri che possono coinvolgere gli oltre 10mila medici rappresentati dall’Associazione. Con il triennio passato e quello che abbiamo davanti, possiamo disporre di dati che non sono in possesso nemmeno delle Istituzioni di governo del Ssn e con questi dati siamo in grado di monitorare l’andamento del contenzioso, anche in relazione allo spartiacque temporale costituito della Legge Gelli-Bianco n. 24/2017.
Presidente Vergallo, i dati del vostro Osservatorio segnalano un aumento vertiginoso dei contenzioni. Cosa è emerso?
Nel 2017 i sinistri aperti, che possono coinvolgere più professionisti per uno stesso evento avverso, sono passati da 384 del 2016 a 603 nel 2017, con circa il 60% di incremento. Un incremento, ad una prima analisi dei dati - considerato che gli eventi avversi i quali danno origine all’apertura dei sinistri conservano comunque una tendenziale riduzione della loro entità – che appare soprattutto imputabile alle comunicazioni di avvio delle trattative stragiudiziali, in diretta conseguenza delle quali le strutture sanitarie, una volta chiamate in causa nel contenzioso avviato dai pazienti che si ritengono danneggiati, coinvolgono i singoli medici dipendenti nell’iter che ne conseguirà, eventualmente anche in sede giudiziale sia presso i tribunali ordinari sia presso la Corte dei Conti. Fino al 1 aprile 2017, da quanto è entrata in vigore la Legge Gelli-Bianco, i dati raccolti dal nostro Osservatorio evidenziavano un progressivo calo del numero complessivo dei sinistri, confermando anche nel primo trimestre 2017 una riduzione del contenzioso che lasciava ben sperare: nell'anno 2016, infatti, la percentuale complessiva di colleghi coinvolti in procedimenti giudiziari sia civili che penali, rispetto al numero totale di assicurati, era arrivata, con un trend in calo a partire dal 2010, anno in cui aveva raggiunto circa il 6,5%, ad abbassarsi al 3,5%.
Insomma la Legge Gelli non ha aiutato a risolvere i conteziosi?
L’applicazione della Legge Gelli-Bianco da parte delle amministrazioni ospedaliere, ha evidenziato un risultato esattamente contrario agli obiettivi dichiarati dalla norma, mostrando una preoccupante divaricazione, in rapporto ai casi di presunta malpractice, tra la posizione delle strutture sanitarie e quella dei loro medici dipendenti. Significa che dall’entrata in vigore della nuova Legge sulla responsabilità professionale, i sinistri aperti dagli Iscritti all’Associazione e più in generale i sinistri riguardanti in primis, i medici specializzati in anestesia e rianimazione e in misura comunque rilevante, quelli operanti nei pronto soccorso e nell’emergenza 118, sono aumentati vorticosamente, sia in sede penale, sia in sede civile. Questo dirompente effetto negativo è dipeso da un’applicazione aziendale pedissequa e acritica dell’art. 13 della Legge Gelli Bianco rubricato: ‘Obbligo di comunicazione all'esercente la professione sanitaria del giudizio basato sulla sua responsabilità’. Significa che per legge è esteso anche alle trattative stragiudiziali, intraprese dalle strutture sanitarie, a seguito della loro chiamata in causa per malpractice, da parte dei pazienti o dei loro congiunti.
Quindi che cosa è cambiato dall’entrata in vigore della Legge Gelli?
Il fatto che la legge imponga tempi ristrettissimi per l’invio di queste comunicazioni, unito alla sanzione prevista per le strutture sanitarie in caso di omissione tardiva o incompletezza della comunicazione, ha indotto le amministrazioni ospedaliere ad adottare un’applicazione indiscriminata di questa norma, coinvolgendo decine e decine di medici in ogni singolo sinistro, con situazioni kafkiane che arrivano a interessare in un unico sinistro l’intera équipe di anestesisti rianimatori di un ospedale. Uno tsunami di comunicazioni, l’entità dei cui effetti sull’aumento del conflitto di interessi tra gli ospedali ed i loro medici nell’ambito della responsabilità sanitaria, sarà valutabile solo a partire dalla fine del 2018. Da Aprile 2017 siamo sommersi da parte delle Aziende di richieste di relazioni scritte su specifici casi clinici, senza che i professionisti possano sapere esattamente a che cosa andranno incontro dopo averle firmate. In questa prospettiva gli esiti che la Legge Gelli-Bianco avrà sono ancora tutti da analizzare. Comunque, questo ci dà un ulteriore impulso ad implementare l’attività di monitoraggio dei sinistri, a continuare l’attività di prevenzione del rischio clinico e degli eventi avversi, attuate con tutte le iniziative di formazione e di aggiornamento professionale di cui l’Aaroi Emac si fa carico. Iniziative che hanno sicuramente contribuito a determinare una costante riduzione dei sinistri nel triennio 2014-2016, e hanno di certo limitato, perlomeno riducendo gli eventi avversi, la pericolosa escalation del 2017 riguardante i sinistri aperti.
Daniela Robles