Come cambiare la formazione per garantire al nostro Sistema Sanitario medici adeguati per qualità e numero?
Le Università della Toscana in cui sono attive facoltà di Medicina e Chirurgia (Firenze, Pisa e Siena) provano a rispondere con un manifesto in otto punti presentato questa mattina in una conferenza stampa in cui era presente l’assessore alla Salute toscana
Stefania Saccardi.
Il “manifesto” insiste su una visione e gestione unitaria del percorso formativo del medico (dal test di ammissione al corso di laurea fino al conseguimento del diploma di specializzazione), su una maggiore caratterizzazione professionalizzante del corso di laurea in Medicina e Chirurgia che permetta di abolire il tirocinio postlaurea e l’esame di Stato, sulla definizione e perfezionamento di un percorso formativo del medico di medicina generale all’interno dell’Università.
Propone, quindi, per quanto riguarda le scuole di specializzazione, a norma di legge caratterizzate da una formazione altamente professionalizzante e sul campo in stretta collaborazione con il Sistema Sanitario, un’ammissione articolata per gruppi affini di specialità, per selezionare i più idonei nelle singole specialità e non costringere a “migrazioni disciplinari”.
Indica, infine, come metodo per perseguire questi obiettivi, l’istituzione di un tavolo di lavoro con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel percorso della formazione medica (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni, Conferenza dei rettori italiani - CRUI, sindacati dei medici di medicina generale e dei medici ospedalieri, Federazione degli Ordini dei medici, ANVUR, Consiglio Universitario Nazionale, rappresentanze degli studenti e degli specializzandi, Inter-Collegio).
“Da almeno 5 o 6 anni la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ha messo a fuoco e ha richiamato le Istituzioni competenti ( MIUR, Ministero della Salute, Università) a porre rimedio ad un sistema formativo dei professionisti medici spesso disconnesso per struttura e organizzazione dalle reali esigenze del nostro Sistema Sanitario”, ha affermato la presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Firenze
Teresita Mazzei. “Dal 2015 in particolare venivano sottolineati da FNOMCeO sia una scorretta programmazione degli accessi al corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia che un insufficiente stanziamento di contratti di formazione specialistica e di medicina generale, totalmente inadeguati rispetto al reale fabbisogno nazionale con conseguente creazione di un “imbuto formativo” per i giovani medici ed una quantità insufficiente di neo specialisti rispetto alle reali esigenze del SSN”.
“Grazie al’impegno dei tre Atenei toscani, per la prima volta viene presentata una ipotesi di lavoro che, in costruttivo confronto con le Associazioni nazionali della Medicina Generale, individua una possibile soluzione al problema della formazione dei medici delle cure primarie del nostro Paese. Partecipiamo con spirito costruttivo a questo confronto nella consapevolezza della complessità delle soluzioni, legate a problemi di natura programmatoria, giuridica, normativa e politica, nazionali e territoriali”, ha detto
Claudio Cricelli presidente della Società di Medicina Generale (Simg).
“La positiva intesa tra le Università toscane, supportate dalla Regione, permette ora di lanciare a livello nazionale una proposta che mira a rinnovare questo percorso di formazione così strategico, alla luce delle esperienze maturate negli ultimi anni, che hanno evidenziato la necessità di rendere più lineare l’accesso alla professione dei laureati in medicina e chirurgia, valorizzando in modo adeguato il corso di laurea e la specializzazione, parzialmente diversificandone gli obiettivi”, ha precisato il rettore del’Università di Siena
Francesco Frati. “La proposta mira anche a consentire agli studenti italiani di Medicina e chirurgia di avere un percorso di studi più simile a quello dei colleghi europei, con un ingresso più rapido nella professione”.
“La sfida - ha aggiunto il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei - è quella di realizzare una formazione non solo efficace ma che risponda alle diverse attitudini dei futuri medici e sia soprattutto coerente con il carattere altamente professionalizzante di questo tipo di preparazione, a beneficio della nostra Sanità di domani”.
“Auspico che la proposta avanzata dalle università toscane possa essere condivisa dagli altri atenei italiani ed essere sostenuta, anche a livello economico, dalla Regione Toscana”, ha concluso il rettore dell’Università di Pisa,
Paolo Mancarella.
Ecco gli otto punti.
1. Il numero programmato al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia deve rispettare le stime di domanda di salute e, quindi, di effettivo sbocco professionale nella sommatoria delle singole specialità (compresa quella di medici di Medicina Generale) per prevenire, così, l’imbuto formativo.
2. Nella sua formulazione il test d’ingresso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia deve intercettare i diplomati delle Scuole Superiori più adatti e motivati alla professione di medico (sua valenza attitudinale, oltre che di selezione dei migliori).
3. Il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia deve essere meno nozionistico e più professionalizzante. Nella sua ultima parte deve acquisire valenza di orientamento verso gruppi omogenei di specialità (chirurgiche, internistiche/Medicina Generale, dei servizi diagnostici, di medico-scienziato) al fine di indirizzare e semplificare la scelta della specializzazione.
4. Abolizione del tirocinio post-lauream e dell’esame di Stato: la Laurea in Medicina e Chirurgia deve essere abilitante a quelle poche funzioni mediche esercitabili senza specializzazione.
5. Analisi delle condizioni volte alla eventuale riconduzione della governance della formazione del medico di Medicina Generale all’Università, mediante l’individuazione di un curriculum specifico da studiare ed attuare in condivisione con Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), Società Italiana Medicina Generale (SIMG) e Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO).
6. Concorso di ammissione alle Scuole di Specializzazione bandito a livello nazionale e per gruppi affini di specialità (chirurgiche, internistiche/ Medicina Generale, dei servizi diagnostici, di medico-scienziato) per selezionare i più portati per ogni specifico settore. Numero globale dei posti (comprensivo di quelli per medici di Medicina generale) commisurato alla richiesta di salute e in grado di prevenire l’imbuto formativo, perché coerente con il numero programmato al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia.
7. Nelle Scuole di Specializzazione formazione altamente professionalizzante e “sul campo” con partecipazione del Sistema Sanitario con i suoi dirigenti, in qualità di docenti e tutors, e presenza degli Specializzandi nelle sue strutture, in ottemperanza al Decreto MIUR/Min.Salute 402/2017.
8. Condivisione e partecipazione alla definizione ed all’attuazione della rivisitazione di tutti i portatori di interesse: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni, Conferenza dei Rettori Italiani (CRUI), sindacati dei medici di Medicina Generale e dei medici ospedalieri, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), Consiglio Universitario Nazionale (CUN), rappresentanze degli studenti e degli specializzandi, Inter-Collegio.