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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Contratto sanità. Nursing Up e Nursind non firmano

immagine 21 maggio - De Palma (Nursing Up): "Se non si interviene sul deprecabile impianto di attribuzione degli incarichi, non si elimina la deroga al riposo continuativo di 11 ore per la pronta disponibilità passiva e si mantiene fermo il sistema delle indennità, si assevera un impianto contrattuale che Nursing Up ha contestato fortemente perché ritenuto iniquo, sperequativo e precarizzante”. Bottega (Nursind): “Abbiamo fin da subito evidenziato come questo testo sia peggiorativo per la categoria e per molti lavoratori che garantiscono ogni giorno il diritto costituzionale alla salute”.
A seguito dell'avvenuto placet espresso dalla Corte dei Conti, l'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) ha convocato i sindacati per la sottoscrizione definitiva del Ccnl comparto sanità 2016-2018: l'appuntamento è stato fissato per le 14.30 di oggi presso la sede di via del Corso. Lo rende noto il sindacato degli infermieri Nursing Up, che comunica altresì la sua partecipazione al fine di formalizzare il suo no alla firma del contratto e prendere atto degli aggiornamenti apportati sul documento originario.

“Si tratta di modifiche apportate al testo da parte dell'Aran ed effettuate da quest'ultima in maniera unilaterale solo dopo le diffide e gli interventi del Nursing Up. In ogni caso le variazioni preannunciate - che peraltro non abbiamo ancora letto nella versione ufficiale trascritta sul nuovo Ccnl - non sembrano lasciare presagire nulla di nuovo, in particolare sotto il profilo economico, rispetto alla preintesa sottoscritta il 23 febbraio scorso”. Così il presidente del Nursing Up Antonio De Palma commenta l'epilogo finale dell'iter contrattuale, cioè la firma di oggi all'Aran del Ccnl da parte degli altri sindacati.

“Se le cose resteranno ferme alle modifiche anticipateci dall'Aran - ricorda - non si interviene sul deprecabile impianto di attribuzione degli incarichi, non si elimina la deroga al riposo continuativo di 11 ore per la pronta disponibilità passiva e si mantiene fermo il sistema delle indennità, alcune confermate negli importi vigenti ante euro. Più in generale, per come la vediamo noi - conclude De Palma - si assevera un impianto contrattuale che Nursing Up ha contestato fortemente perché ritenuto iniquo, sperequativo e precarizzante”.
 
Anche Nursind, l’altro sindacato delle professioni infermieristiche, ha ritenuto di non sottoscriverlo.
“E’ un atto di coraggio e coerenza – commenta Andrea Bottega segretario nazionale Nursind – perché abbiamo fin da subito evidenziato come questo testo sia peggiorativo per la categoria e per molti lavoratori che garantiscono ogni giorno il diritto costituzionale alla salute. In particolare vogliamo ricordare che:
· l’elemento perequativo che compensa ai redditi più bassi il venir meno del bonus previsto dal Governo, termina al 31 dicembre 2018;
· le indennità di turno in diversi casi non saranno più erogate (con conseguente perdita economica) perché è stata definita una soglia più elevata da quanto stabilito in molti contratti aziendali;
· scompare il diritto alla pausa mensa per il personale che garantisce i servizi nelle 24 ore anche se lavora 12 ore consecutive;
· compare l’obbligo di svolgere lavoro straordinario;
· si precarizzano gli incarichi di coordinamento (capo sala);
· si deroga al riposo minimo giornaliero;
· si estendono le indennità di area critica ad alta funzione infermieristica al personale di supporto ma solo dove l’impegno richiesto è notevolmente inferiore rispetto allo stesso personale che lavora nelle aree internistiche o chirurgiche;
· gli istituti contrattuali non sono esigibili in egual modo tra i dipendenti penalizzando soprattutto il personale turnista;
· la valorizzazione della carriera professionale per il personale sanitario non può avere applicazione perché non c’è personale in servizio che ne abbia i requisiti (fatta eccezione per il personale di triage dei Pronto Soccorso).
 
“Un contratto – ha aggiunto - che lede la dignità dei lavoratori che aspettavano un minimo di riconoscimento dopo 9 anni di blocco, non può essere sottoscritto da chi ritiene prioritario che la rappresentanza dei lavoratori venga prima di ogni altro interesse anche quello della stessa organizzazione sindacale”.
“Nursind, - conclude il segretario nazionale – lotterà nei tribunali per tutelare il diritto alla contrattazione decentrata per chi ha partecipato alla trattativa nazionale e i diritti dei lavoratori che questo contratto lede”.
21 maggio 2018
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