“Non vi è dubbio che la responsabilità nelle scelte di salute ricada sul cittadino. Tuttavia, gli effetti sulla società e sul sistema salute ci sono. Dunque non si può immaginare, al di là delle responsabilità individuali, un disinteresse dello Stato: occorre promuovere campagne di educazione sanitaria a scuola e campagne di prevenzione mirate ai fumatori”. Così il presidente Fnomceo,
Filippo Anelli, commenta la
sentenza della Cassazione che ha respinto il ricorso di un fumatore, deceduto per tumore prima della chisura del processo, contro l'azienda produttrice delle sigarette e il ministero della Salute.
Per i giudici che il fumo sia dannoso è un fatto notorio dagli anni 70 e non vale neppure l'accusa alla casa produttrice di aver inserito nelle sigarette delle sostanze che danno assuefazione, perché secondo i giudici non annullano la volontà.
“Bisogna smontare il concetto che sulla salute il cittadino possa decidere da solo come in un supermarket. Sono i medici i professionisti della salute in grado di mettere il cittadino nelle condizioni di decidere in modo consapevole. Occorre il loro coinvolgimento, sostenuto da campagne di comunicazione”, conclude Anelli.