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QS Edizioni - lunedì 30 dicembre 2024

Lavoro e Professioni

A Roma il congresso dei geriatri ospedalieri e di territorio. Fimognari (Sigot): “Ospedale centrale per la cura degli anziani”

immagine 14 maggio - “Lo svolgimento dei lavori congressuali ha evidenziato la necessità di rilanciare con forza il ruolo dei reparti di geriatria per acuti degli ospedali. L’allungamento della vita e il miglioramento delle cure sono grandi conquiste delle società moderne, in particolare del nostro Paese”. Così Filippo Fimognari, presidente Sigot al 32° congresso della Società
Tre giorni di confronto tra professionisti di tutto il Paese. Il 32° Congresso nazionale della  Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot) presieduta da Filippo Fimognari, si è recentemente concluso a Roma facendo registrare una partecipazione di più di 700 professionisti. Presieduto da Lorenzo Palleschi, direttore della Geriatria dell’Ospedale S. Giovanni-Addolorata di Roma e da Francesco Vetta, direttore della Cardiologia dell’Ospedale Israelitico di Roma, il Congresso ha visto quale filo conduttore dei lavori “l’instabilità clinica del paziente geriatrico”.
 
Aritmie, malattie valvolari cardiache, insufficienza respiratoria acuta e polmonite, anemia, scompenso cardiaco, demenza e confusione mentale, gestione ospedaliera dell’anziano fragile in emergenza-urgenza, valutazione multidimensionale geriatrica e nuovi modelli di gestione infermieristica, sono solo alcuni dei temi dibattuti nel Congresso, sia in plenaria che in corsi paralleli dedicati.

“In geriatria, è tempo di andare oltre la semplicistica contrapposizione tra acuzie e cronicità – affermano Vetta e Palleschi – sostituendola con il concetto di instabilità clinica, una caratteristica che attraversa tutte le fasi delle malattie geriatriche. Esiste una continuità clinica che parte dalle malattia croniche, passa per la vulnerabilità a fattori stressanti (fragilità), e si conclude con il rischio di frequenti e repentini deterioramenti clinici, che mettono a rischio la vita del paziente e che spesso possono essere affrontati solo in ospedali attrezzati. L’instabilità clinica è connaturata con la fragilità e rappresenta una sfida continua in tutti i contesti assistenziali, da quello territoriale a quello, imprescindibile, dell’ospedale, di cui SIGOT intende ribadire la centralità all’ interno della rete assistenziale”.

“Lo svolgimento dei lavori congressuali - continua il presidente Sigot Fimognari – ha evidenziato la necessità di rilanciare con forza il ruolo dei reparti di geriatria per acuti degli ospedali, in rapporto di stretta continuità e comunicazione con l’assistenza territoriale, il cui potenziamento è allo stesso modo improcrastinabile. L’allungamento della vita e il miglioramento delle cure sono grandi conquiste delle società moderne, in particolare del nostro Paese. Esse tuttavia ci hanno consegnato un nuovo tipo di paziente anziano complesso e fragile, l’“hospital-dependent patient” degli autori d’oltreoceano. Un paziente che, al netto di un’ottimale assistenza extraospedaliera, inevitabilmente andrà incontro a episodi di riacutizzazioni che spesso possono essere curate solo in ospedale. Se vogliamo, con onestà intellettuale e progettuale, consegnare al passato le indegne cronache quotidiane di anziani che, in condizioni di vera emergenza-urgenza, aspettano per giorni un letto ospedaliero in barelle di Pronto soccorso, non possiamo limitarci a invocare un potenziamento delle cure extraospedaliere. Dobbiamo anche mettere subito mano a una profonda riorganizzazione degli ospedali, per accogliere degnamente i pazienti più anziani e fragili, per i quali la geriatria si batte da sempre”.
14 maggio 2018
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