toggle menu
QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Contratto medici e dirigenti sanitari. Intersindacale: “Nessun chiarimento sulle risorse, Governo e Regioni responsabili dello stallo” e sindacati abbandonano trattative

immagine 14 marzo - La trattativa non decolla e, in attesa di risposte i rappresentanti legali dei sindacati, gli unici autorizzati alla firma, hanno deciso di lasciare il tavolo negoziale che proseguirà i suoi lavori solo in sede tecnica. "Trattativa rimasta inchiodata al punto di partenza dal rifiuto delle Regioni e del Governo di dare certezza alle risorse economiche disponibili. Dopo 9 anni di blocco ed un peggioramento delle condizioni del loro lavoro senza eguali, non chiediamo più risorse degli altri, ma solo di non averne meno di quanto concesso ad altre categorie del mondo sanitario e della PA".
"Dopo 22 giorni e tre riunioni, la trattativa per il rinnovo del contratto della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria per il triennio 2016-2018 è rimasta inchiodata al punto di partenza dal rifiuto delle Regioni e del Governo di dare certezza alle risorse economiche disponibili. Risorse che, per quanto palesemente insufficienti rispetto alla perdita subita, non possono essere inferiori a quanto concesso dallo stesso datore di lavoro per altri settori del pubblico impiego e del mondo sanitario. I medici, i veterinari e i dirigenti sanitari dipendenti del Ssn, dopo 9 anni di blocco ed un peggioramento delle condizioni del loro lavoro senza eguali, infatti, non chiedono più risorse degli altri, ma semplicemente di non averne meno di quanto concesso ad altre categorie professionali del mondo sanitario e della Pubblica Amministrazione".
 
Così l'Intersindacale in una nota siglata da Anaao Assomed, Cimo, Aaroi Emac, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fvm, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Uil Fpl Coordinamento nazionale delle Aree contrattuali medica, veterinaria e sanitaria
 
"Appare pretestuoso nascondere dietro un no immotivato del signor Mef una questione economica, la cui soluzione richiede non l’arguzia dell’azzeccagarbugli, quanto piuttosto il buonsenso e la volontà politica, liberando il campo da una volontà punitiva nei confronti del lavoro svolto in regime di dipendenza dello Stato". prosegue l'Intersindacale.

"Le Organizzazioni Sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, in attesa di un chiarimento politico da parte di Regioni e Governo, per senso di responsabilità istituzionale nei confronti dei colleghi che, con i loro sacrifici negli ospedali e nelle Asl, tengono in piedi quello che resta della sanità pubblica, consentono a proseguire il confronto contrattuale in sede meramente tecnica. I legali rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, titolari della rappresentatività politica e del potere di firma, però, abbandonano il tavolo sino a che non si avranno risposte soddisfacenti, per rimarcare con tale allontanamento una protesta che aveva spinto allo sciopero, sospeso per quel senso di responsabilità che la parte datoriale sembra voler umiliare.

La questione politica aperta attiene alla dignità professionale ed economica, in confronto ad altri settori del pubblico impiego e non, di una attività che garantisce l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini nonché alla volontà, o meno, di concordare le regole di un patto che Governo e Regioni mandano in frantumi utilizzando la crisi economica come alibi tecnico per scelte politiche", conclude la nota.
14 marzo 2018
© QS Edizioni - Riproduzione riservata