“Un’altra occasione persa per le donne, in generale, e per le donne-medico in particolare”. Così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani-Smi, ha commentato la giornata di ieri, 8 marzo.
“Invece di fare una semplice manifestazione - ha continuato Onotri -
avremmo dovuto aderire alla giornata di protesta internazionale: in Spagna hanno scioperato e per 4 ore si è fermato il Paese e sono scese in piazza milioni di persone. Qui abbiamo avuto solo qualche corteo e uno sciopero indetto da sigle sindacali minori”.
“
Secondo la Fnocmeo sono 159.669 i medici donna in Italia - ha aggiunto il Segretario Smi - oltretutto nelle fasce di età sotto i 50 anni, queste superano gli uomini. Eppure questa proporzioni non si evincono nelle posizioni apicali della sanità, sia a livello ordinistico che nel nostro ente previdenziale. Un dato che dovrebbe fare riflettere, così come il fatto che lo Smi sia l’unico sindacato con una donna segretario generale”.
“Altra questione - ha proseguito Onotri -
il 70% delle aggressioni ai camici bianchi colpisce le donne. Assistiamo a condizioni di violenza che vengono perpetrate verso le donne proprio in quanto donne che svolgono una determinata professione. È di ieri la notizia di un tentativo di stupro nei confronti di una collega pugliese durante il servizio notturno di guardia medica. L’ennesimo a fronte di una assenza di interventi e di iniziativa delle istituzioni, nonostante le nostre proteste, i nostri appelli, le raccolte di firme, gli incontri ufficiali con partiti, sindacati e Asl”.
“Infine - ha concluso Onotri -
il nostro Paese non ha mai fatto nulla sulla forbice salariale, e nulla sul piano delle tutele e i tempi di conciliazione. Maternità, ma anche il carico di accudimento di persone anziane ricade sempre sulle spalle delle donne. Tutto ciò in una professione sempre più precarizzata e a tempo pieno. Ora basta, servono risposte concrete”.