Lavori in corso per il trasferimento dell'Agenzia del Farmaco da Londra ad Amsterdam. Oggi,
la delegazione della commissione Ambiente del Parlamento europeo, guidata dall'europarlamentare
Giovanni La Via, è atterrata nella capitale olandese per fare un sopralluogo nei locali, temporanei e definitivi, che dovranno ospitare la nuova sede Ema. La delegazione ha incontrato sia le autorità dei Paesi Bassi, che con il direttore dell'Agenzia del Farmaco
Guido Rasi.
"Qui siamo molto lontani dall'avere il Vivaldi Building, la sede definitiva dell'Ema ad Amsterdam", ha spiegato La Via dopo aver visionato l'area dove
sorgerà l'edificio. "Oggi abbiamo avuto rassicurazioni circa il bando di gara. Ci è stato garantito che il primo giugno verrà messa la prima pietra per la costruzione, visto che siamo in una fase di demolizione per rendere libera l'area - ha aggiunto -. La costruzione dovrebbe procedere abbastanza rapidamente con le tecniche che hanno proposto nel progetto, pensano di salire nell'ordine di mezzo metro al giorno".
"Abbiamo fatto molte domande, le autorità olandesi garantiscono di poter rispettare i tempi. Ma sono molto perplessa che un'opera così rilevante possa essere completata in tempo e che non prevedano ricorsi". Lo ha detto la eurodeputata del Pd,
Simona Bonafè, commentando il primo incontro con tecnici e autorità olandesi.
Intanto Milano attende "con fiducia" la decisione sull'Ema da parte del Tribunale Ue dopo il doppio ricorso presentato per chiedere l'annullamento e la sospensione dell'assegnazione della sede dell'Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam, decisa con un sorteggio che "non poteva essere utilizzato". "Le sedi, già inizialmente, mostravano sostanziali differenze qualitative, come dimostra il fatto che l'Olanda ha dovuto cambiare la sede temporanea e discute ora vivacemente con Ema su quali siano i tempi e i costi del trasferimento". Così
Francesco Sciaudone, avvocato e managing partner dello studio Grimaldi che segue il caso.
Sciaudone non è preoccupato dalla difesa presentata dal Consiglio dell'Ue che chiede di rigettare "per manifesta irricevibilità" il ricorso del sindaco Sala perché, spiega all'
Adnkronos, "il Consiglio dell'Ue non può essere considerato l'autore della decisione", come emerge dalla memoria depositata al Tribunale. "Il Consiglio cerca di difendersi, escludendo che la scelta con il sorteggio sia un atto del Consiglio, ritenendo che sarebbe una scelta degli Stati a margine dello stesso. Va premesso che lo stesso atto è stato impugnato anche dal Governo italiano dinanzi la Corte di giustizia. La difesa del Consiglio mal si concilia con le tesi di Commissione e Parlamento europeo, che hanno chiaramente affermato che la scelta della sede (e quindi gli atti a essa relativi) rientrano nella competenza esclusiva Ue", sottolinea il difensore.
Sciaudone rimarca come la pretesa del Comune di Milano sia "talmente fondata da non essere stata riconosciuta da Tribunale come manifestamente irricevibile". L'ipotesi di slittamento di un anno del trasferimento della sede a Londra inoltre "non è ad oggi giuridicamente possibile, sebbene sia ipotizzata proprio nella memoria del Consiglio. Il termine per il trasferimento è stato fissato ed è perentorio, salvo a voler pensare che tra le altre cose secretate ci sia anche un nuovo termine. La certezza del diritto e il principio di legalità hanno - fino ad oggi - costituito caratteristiche essenziali dell'ordinamento giuridico europeo", conclude.
Anche il sindaco di Milano,
Beppe Sala, ha commentato: "Questo parere del Consiglio Ue me lo aspettavo ma la ricevibilità non possono deciderla loro. La partita è aperta più che mai, e io oggi rilancio".