Farmacisti e farmacie di comunità al centro della presa in carico della cronicità sul territorio. Lo conferma anche l’iniziativa “#Aderenzadiabete, in farmacia per educare e prevenire”, nata dalla collaborazione di Federfarma Lombardia, Regione e Astra Zeneca.
La campagna prevede, da gennaio, la somministrazione ai cittadini che si recheranno nelle oltre 2800 farmacie lombarde di un questionario per la valutazione del profilo di rischio per la malattia diabetica e, a chi invece ha già ricevuto una diagnosi, di un altro questionario volto a valutare l’aderenza alla terapia antidiabetica prescritta.
Nel corso della presentazione, avvenuta oggi a Palazzo Lombardia, numerosi interventi hanno sottolineato, da una parte, l’onere che il diabete rappresenta per i servizi sanitari di tutto il mondo e la necessità di un approccio e, dall’altra, il ruolo importante del farmacista nella farmacia di comunità per attuare strategie efficienti ed efficaci.
“La cronicità non può essere affrontata soltanto con interventi riparativi” ha detto la Senatrice
Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità “occorre operare per la prevenzione delle complicanze e per la prevenzione primaria, affrontando fenomeni come l’aumento dell’obesità infantile, con il coinvolgimento delle famiglie e della scuola” e anche in questa opera di prevenzione non si può prescindere dall’apporto dei professionisti sul territorio: medico di medicina generale e farmacista in primo luogo.
“Questa iniziativa si inserisce nella linea che la Regione si è data con la riforma del Sistema sanitario regionale” ha detto
Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, riconoscendo sia il modello della farmacia dei servizi, sia l’intervento del farmacista nell’aderenza alla terapia”.
Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti e vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato ha ricordato che il diabete è un esempio perfetto dell’importanza “della sostenibilità economica nell’affrontare le grandi malattie croniche: stiamo affrontando l’impatto dell’innovazione farmacologica e delle tecnologie biomedicali e nel contempo quello dell’invecchiamento della popolazione. Fin da quando ho assunto la guida della Federazione ho sempre perseguito tre obiettivi che ritengo centrali tanto per l’evoluzione della nostra professione quanto per rispondere alle necessita, anche economiche, della tutela della salute. Spostare il baricentro dell’assistenza dall’Ospedale al territorio, realizzare un nuovo modello della farmacia centro polifunzionale di servizi – come sancito poi dalla Legge 69/2009 del Governo Berlusconi – e promuovere il ruolo del farmacista nel processo di cura. In particolare la Federazione ha sempre avuto chiara l’importanza della promozione dell’aderenza alla terapia attraverso l’opera del farmacista, un’azione fondamentale non solo per migliorare la salute del paziente, ma anche per garantire che la spesa dello Stato nelle terapie si traduca effettivamente in un investimento, anche attraverso la riduzione di complicanze e riacutizzazioni. La Lombardia ha compiuto un percorso importante su questi temi e sono certo che i risultati non mancheranno”.
In sintonia l’intervento dell’Assessore alla Sanità lombardo,
Giulio Gallera, che ha concluso sottolineando che “l’assistenza sul territorio non deve essere una medicina di attesa, ma una medicina di iniziativa” nella quale i diversi attori devono “essere pronti ad andare al di là del proprio ruolo tradizionale, essere proattivi come hanno dimostrato i farmacisti”.