La proposta di creare una farmacia “non convenzionata” nella quale il farmacista potrebbe dispensare alcuni farmaci prescrivibili ha dato vita a un ampio dibattito. Nel quale, a volte, interpretazioni avventate potrebbero far emergere una visione del tutto fuorviante del ruolo e della funzione del farmacista. Ne è convinto Giancarlo Stival, presidente dell’Associazione delle Parafarmacie Omnisalus, secondo il quale, le altre associazioni rappresentative delle parafarmacie mal si collocano in questo dibattito. Le loro posizioni, infatti, spesso si richiamano a quelle della Grande Distribuzione Organizzata che non ha alcuna intenzione di preservare (come peraltro è caratteristica della logica di mercato) una professione. O se lo fa si richiama alla convenienza di uno specifico momento. Tutto ciò mal si adatta alla funzione del farmacista e al suo compito di fornire un buon consiglio di assistenza sanitaria. Le logiche della Gdo, al contrario, osserva ancora Stival “sono portate a considerare solo gli aspetti ultimi del buon consiglio”, trasformandolo in molti casi in pubblicità – a volte ingannevole – che essa stessa indica come “vera indicazione del farmacista al di fuori della farmacia”.
Una visione essenzialmente economicistica che riduce e sminuisce “le funzioni essenziali del farmacista” e, appunto, finisce con il coincidere con gli interessi – quelli del “farmaco dentro il carrello” della Gdo afferma Stival. Né vale, in questo senso, continuare a battere la grancassa del farmaco di fascia C che, secondo il presidente di Omnisalus vorrebbe dire soltanto “aggiungere un farmaco in più a quelli dispensabili non cambiando affatto la nostra posizione”.
Se la mancanza di chiarezza e trasparenza volesse soltanto far diventare preminente l’idea che la categoria dei farmacisti non sia in grado di stare al passo con il mercato, Stival replica: “È vero ma noi siamo farmacisti, non venditori di scatolette in promozione. E non dobiamo essere considerati alla stregua di distributori automatici Ridurre solo a questo il nostro ruolo – mettendo nel dimenticatoio l’impegnativo percorso formativo universitario di un’intera categoria – finisce con l’avvalorare una visione qualunquistica che si riflette negativamente sulla nostra attività, appiattendo le nostre competenze e chiamandoci a fornire risposte generica alla richiesta di salute che ciascun paziente porta con sé”. “Chiediamo quindi chiarezza alla categoria (Fofi e Federfarma ma anche al Governo) per porre la parola fine a questa speculazione e ribadire una volta per tutte chi sia e quale funzione debba svolgere il farmacista, ovunque esso operi”.