“A dare il ‘la’ al Forum, dodici anni fa è stata la presentazione dei risultati della prima ricerca in Italia, condotta da Gutenberg insieme al ministero della Sanità e alla Assr, ora Agenas, con il coinvolgimento di dieci Regioni, per capire come applicare il Risk management alla sanità. Da quel momento in poi il Forum è cresciuto sempre più diventando un momento di confronto costruttivo tra quanti stavano sperimentando e costruendo le buone pratiche sul rischio clinico. Abbiamo guardato alle realtà internazionali, fatto dialogare il mondo del rischio clinico con i referenti della Regioni e delle Aziende sanitarie per cercare di fare della sicurezza del paziente il punto di riferimento fondamentale per il buon governo della sanità”.
Racconta così
Vasco Giannotti, Direttore della Fondazione Sicurezza in Sanità l’excursus storico del percorso che il Forum sul Risk management ha condotto in più di un decennio. Tante cose sono cambiate da allora. E molti obiettivi sono stati centrati. E ora, sottolinea in questa intervista, lo attendono nuove sfide. Ancora più ambiziose per questa nuova edizione dal titolo “
Sicurezza delle cure e responsabilità professionale: la sfida per innovare la sanità. Ruolo delle professioni sanitarie ed empowerment del paziente” che sarà ospitato dal 28 novembre al 1 dicembre nella Fortezza da Basso a Firenze.
“Una grande comunità che si riunisce – sottolinea Giannotti – che vede protagonisti circa 10mila operatori sanitari provenienti da tutte le regioni italiane, rappresentanti delle professioni sanitarie, società scientifiche e stakeholder. Tutti potranno dire la loro. Non solo i relatori, ma anche quanti vorranno esprimersi grazie alla presentazione di poster”.
Il forum sul Risk management è arrivato alla sua dodicesima edizione. Più di dieci anni di lavoro su uno dei temi caldi della sanità regolamentato ora dalla legge Gelli. Possiamo dire che siete stati degli antesignani…
Assolutamente sì. Ma non solo degli antesignani, direi che abbiamo dato un impulso sostanzioso affinché si trovasse finalmente la quadra su un tema di importanza strategica per il Ssn. Possiamo quindi considerare la legge Gelli come il coronamento di un lavoro portato avanti in questi 12 anni dalle migliaia di operatori che si sono cimentate su questa tematica, e hanno trovato nel Forum un incubatore delle loro idee e delle loro esperienze. E questo lo voglio sottolineare con forza: abbiamo condotto un lavoro di squadra per far progredire e sviluppare le migliori buone pratiche nazionali e internazionali. Per fare ricerca e individuare gli strumenti per valutare e governare i rischi insiti nell’attività sanitaria. Il Forum è stato quindi un momento di confronto e di sviluppo della cultura del rischio fondata sulla convinzione che gli errori rappresentano, se adeguatamente analizzati, preziose opportunità di apprendimento e di miglioramento. Ci siamo occupati poi di tutto quello che è innovazione. Quindi innovazione dei percorsi organizzativi, clinici e tecnologici. Con un obiettivo principe: la tutela della salute del cittadino. Non lo dobbiamo dimenticare. Insomma, con il Forum abbiamo messo in moto un confronto costante tra le istituzioni, quindi Ministero, Parlamentari e Regioni, sollecitando atti che in parte sono stati poi recepiti dalla Legge Balduzzi e che hanno finalmente trovato compimento nella legge Gelli.
Avete quindi raggiunto la “linea di meta”. E ora cosa succede?
Semplice, chiudiamo una fase e ne apriamo un’altra. Mi spiego, ora abbiamo una Legge e dei Decreti attuativi importanti, ma dobbiamo capire qual è il modo migliore per applicarla. Questo significa implementare le buone pratiche per dare continuità e garantire certezza a quanto finalmente è stato normato. Soprattutto, e questa è la grande sfida del Forum 2017, dobbiamo comprendere come, partendo dal tema della sicurezza e della qualità delle cure, questioni che chiamano in causa l’efficientemente del sistema e la sua sostenibilità, possiamo rinnovare radicalmente il Sistema sanitario nazionale. Avendo sempre, e ancora una volta, come punto di riferimento il cittadino.
Una sfida ambiziosa. Quali saranno quindi i temi fondamentali del Forum?
Essenzialmente tre. Il primo, naturalmente, sarà incentrato su come gestire al meglio la legge Gelli nelle sue fondamentali applicazioni. Quindi, rendere obbligatoria la governance del rischio in tutte le strutture sanitarie pubbliche, private e socio-sanitarie; assicurare la maggiore tutela dei professionisti attraverso l’adesione alle linee guida e alle buone pratiche, recuperando anche il gap della medicina difensiva. Infine, garantire una ottimale sistema assicurativo per le strutture e i professionisti. Oltre all’equo risarcimento di chi subisce il danno. In sostanza, apriremo un confronto su come poter costruire una partnership tra il mondo sanitario, quello dei professionisti e il mondo assicurativo. Il secondo tema è poi quello dell’innovazione dei percorsi organizzativi, clinici e tecnologici in particolare per gestire la cronicità. Un tema che ha tenuto banco anche nelle precedenti edizioni. La costruzione delle nuove reti tra ospedale e territorio per garantire una vera presa in carico del paziente e una vera continuità assistenziale, ma anche la messa a sistema di tecnologie informatiche che mettano in connessione tutte le realtà territoriali, sono un passaggio nodale per dare migliori risposte di salute al cittadino, ma anche per rendere efficiente il sistema e dunque risparmiare.
E il terzo tema del Forum?
Naturalmente quello della sostenibilità del sistema. Invecchiamento, cronicità, accesso ai farmaci innovativi e alle nuove tecnologie sono le grandi questioni sul tappeto. Ma come possiamo far fronte a tutto questo? E ancora, i nuovi Lea sono solo un elenco di servizi o sono diritti realmente esigibili dai cittadini? Come superare le grandi differenze tra le Regioni? Abbiamo tanti interrogativi ancora aperti e cercheremo perciò di fare luce per comprendere come adeguare il finanziamento ai bisogni reali dei cittadini. Punteremo a questo proposito i riflettori anche sull’integrazione tra spesa pubblica e privata, sul ruolo dei fondi integrativi, delle assicurazioni e sulle nuove forme di partnership pubblico privato.
Il passaggio cruciale è capire se, veramente, i tempi sono maturi per mettere mano a una riforma del Ssn. Se ne parla tanto di questa necessità, si discute tanto dell’universalismo del nostro sistema e se ancora va considerato come tale. Al dunque però è solo una babele di concetti. Allora, se davvero bisogna pensare a una nuova riforma a partire dai grandi principi di carattere nazionale, dobbiamo sviluppare il confronto. Per questo faremo parlare il mondo della sanità insieme ad economisti sanitari, Università ed esperti.
Ester Maragò