“Abbiamo un Sistema sanitario nazionale (Ssn) nel quale crediamo molto. Ha grandi caratteristiche di eguaglianza e universalità, ma è un servizio sanitario in difficoltà. La possibilità di una sanità integrativa, di poter usufruire di un percorso differenziato, potrebbe essere di supporto”. Ad affermarlo è stata
Roberta Chersevani, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), intervenendo al convegno su ‘La previdenza sanitaria integrativa: configurazione, dimensione, effetti e policy’, organizzato in Campidoglio dall’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri (Omceo) di Roma, con il patrocinio dell’Assemblea capitolina.
“La mia preoccupazione è per l’assistito - ha detto la presidente Fnomceo - se si deve avere una sanità integrativa che qualcuno possa pagare, la paghi chi effettivamente ha la disponibilità economica. L’importante è che la qualità non sia diversa ma massima per qualsiasi prestazione sanitaria si scelga, sia essa integrata o del nostro servizio sanitario”.
Un punto di debolezza in questo momento di difficoltà, secondo Chersevani, riguarda il personale: “Ci sono pochissime assunzioni, addirittura ci sono situazioni dove il blocco è veramente notevole da anni. Se valutiamo l’età media dei medici negli ospedali viaggiamo sui 55 anni, ovvero una classe medica abbastanza in là con gli anni. Mancano i giovani. Lo stesso problema si può porre per le altre professioni sanitarie – ha proseguito ka presidente Fnomceo- ma se devo produrre servizi devo avere chi è in condizione di farlo”.
Da parte della Fnomceo c’è un impegno costante a lavorare per incentivare “l’appropriatezza, per non sprecare ma dare al paziente quello che effettivamente gli serve. Nella riorganizzazione delle nostre attività- aggiunge Chervesani- bisogna recuperare con il paziente il dialogo, la comprensione e l’informazione”.
Giuseppe Lavra, presidente dell’Omceo Roma, ha quindi illustrato le tendenze emerse da uno studio commissionato dall’Omceo Roma a marzo che punta “ad offrire uno strumento di analisi socio sanitaria a sostegno dei decisori che hanno il potere di scelta nell’allocare le risorse rispetto al servizio sanitario nazionale. Questi dati di ricerca- spiega Lavra- sono utili per programmare in maniera consapevole tutto il Ssn così da garantirne la sostenibilità”.
“Il Ssn ha dei problemi oggettivi rispetto al definanziamento e a una condizione in cui sono più annoverabili i disservizi che i servizi che eroga- afferma Lavra- La sostenibilità per molti è considerata a rischio. Lo aveva già detto anni fa l’allora Presidente Napolitano e le cose non sono cambiate, anzi potrei dire che forse sono un po’ peggiorate”.
Nonostante tutto il presidente dell’Omceo Roma ha colto “con piacere l’intervento di Cantone in relazione agli aspetti della corruzione. Lui sostiene che non ci sia alcuna scientificità rispetto al dato della corruzione che si vorrebbe misurare nell’ordine di 6 miliardi quale riflesso della ‘diseconomia’ prodotta da questo fenomeno. Credo che abbia ragione, però esagera quando afferma che c’è solo un elemento di percezione dei cittadini. Su questo punto mi permetto di non essere del tutto d’accordo: la percezione dei cittadini ha un valore superiore rispetto agli elementi oggettivi di non scientificità che giustamente sostiene Cantone. Io che vivo nel tessuto quotidiano dei servizi e sono operativo in corsia, ritengo che ci sia un grave deficit rispetto ai servizi che dovremmo offrire ai cittadini con i mezzi di cui disponiamo”.
Il presidente dell’Omceo Roma preferisce rimboccarsi le maniche e analizzare in maniera documentata il sistema sanitario: “Molti parlano di terzo e secondo pilastro per sostenere il servizio sanitario, io ritengo che il pilastro principale sia quello del Ssn declinato nella universalità e nella solidarietà. Stiamo parlando di un diritto alla tutela della salute, a cui deve pensarci proprio il Ssn”.
Lavra invita ad “avere un atteggiamento prudente in ordine alle scelte che si fanno nel finanziamento o nel definanziamento del Ssn, perché si rischia di compromettere uno dei servizi sanitari che a livello mondiale è considerato uno dei migliori. Mi auguro che chi ha la responsabilità politica, e quindi delle scelte- conclude- capisca che è ora di mettersi a ragionare fuori dai concetti della demagogia, dagli opportunismi o del ‘giocare in difesa’. Abbandoniamo queste modalità se vogliamo andare verso un percorso di civiltà vera”.