“Ci auguriamo che la recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione, con la quale l'Azienda sanitaria provinciale di Enna è stata condannata a risarcire i parenti del tecnico di radiologia deceduto nel 1998 a causa dei volumi di attività e dei turni ai quali fu sottoposto, possa trasformare un dramma familiare e professionale in una preziosa occasione per migliorare le condizioni di lavoro, di tutti i lavoratori, non solo dei tecnici di radiologia”. Lo afferma, in una nota,
Michelangelo Librandi, segretario generale della Uil Fpl.
“La politica sanitaria – prosegue Librandi - negli ultimi anni si è caratterizzata per il mancato investimento nelle risorse umane e, in sede gestionale, per un malinteso approccio aziendalistico che punta esclusivamente alla quantità delle prestazioni: gli operatori devono fare tanto ed il più rapidamente possibile, anche a scapito della qualità e della sicurezza delle cure, della salute dei pazienti e degli operatori stessi. Ancora oggi, a distanza di oltre 20 anni del fatto oggetto della sentenza, non solo i tecnici di radiologia, ma gli operatori socio-sanitari, gli infermieri ed i medici, in molte realtà continuano a far fronte a volumi di attività in constante crescita con turni massacranti, ad accumulare giorni di ferie non godute, ore di straordinari e turni di reperibilità a dir poco allucinanti”.
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Dando prova di grande responsabilità e senso del dovere - continua il sindacalista - se si pensa che questi lavoratori stanno aspettando un rinnovo contrattuale da quasi 8 anni e sono stati continuamente oggetto di campagne mediatiche denigratorie che puntano il dito solamente sulle mancanze di pochi e non risaltano mai gli sforzi e le eccellenze di molti”.
Per Librandi sono dunque “urgenti e necessarie misure di stabilizzazione dei precari, lo sblocco del turn-over, la valorizzazione delle competenze professionali di ogni lavoratore in ambito sanitario, politiche di investimento sia nel settore tecnologico che nel capitale umano, dialogo costante tra Ministero, Conferenza Stato Regioni e Organizzazioni Sindacali sul fabbisogno reale di personale sanitario”.