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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Lavoro e Professioni

I 25 anni del 118/2. Il sistema è a rischio: ecco il manifesto di denuncia e le proposte Fimeuc 

immagine 27 marzo - Cinque proposte per riorganizzare il sistema di emregenza-urgenza che tra tagli e mancate riforme rischia un default assistenziale. Necessaria anche una nuova figura del medico unico dell’emergenza  che gestisca al meglio il paziente adulto e di pediatria. IL MANIFESTO.
Cinque proposte per l’emergenza: prevedere e normare un dipartimento funzionale dell’emergenza monospecialistico territorio-ospedale su base provinciale o di area vasta; istituire le  osservazioni brevi intensive (Obi) generali e pediatriche, le medicine d’urgenza (Meu) e le pediatrie di emergenza urgenza semintesive preferibilmente in un’unica unità operativa complessa secondo i bacini indicati dal regolamento suglistandard; istituire in ogni Regione una rete pediatrica dell'emergenza -urgenza come un sistema integrato a livello ospedaliero e territoriale per i bisogni di salute del bambino lungo tutta l'età evolutiva; rivedere gli standard di personale del settore dell’emergenza; modificare i criteri per il triage ospedaliero generale e pediatrico con un sistema a 5 livelli per distribuire meglio i pazienti in accesso per livelli di priorità.
 
Sono i cardini organizzativi del nuovo manifesto della Fimeuc - Federazione Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza e delle Catastrofi, la principale società scientifica dell'emergenza urgenza, che analizza le criticità e le proposte per garantire adeguatamente i diritti dei pazienti, secondo cui a 25 anni dalla sua istituzione  il sistema ancora regge, ma servono interventi urgenti, altrimenti tagli, mancate riforme del territorio e precarizzazioni del personale porteranno al default assistenziale dei servizi di emergenza-urgenza ai cittadini.
 
Il manifesto è stato presentato oggi al termine di un incontro dal titolo “Il Sistema di emergenza-urgenza sanitario: 25 anni dopo” organizzato presso il Senato della Repubblica(Sala Zuccari - Palazzo Giustiniani) dai rappresentanti delle otto tra società scientifiche e organizzazioni sindacali per complessivi 9000 iscritti (SIMEU, SIMEUP, CoMES, SMI, SPES, CIMO, ANAAO, AcEMC) che costituiscono la Fimeuc.
 
Il Manifesto ricorda che l'Annuario statistico nazionale 2013 registra una contrazione del 4% del numero di strutture pubbliche e dell’1,4% del numero di strutture private accreditate per effetto degli interventi di razionalizzazione delle reti ospedaliere.Sempre nel 2013, con Pronto soccorso presenti nell’81,6% degli ospedali (e Pronto soccorso Pediatrico solo nel 17,5%), si sono registrati circa 3,4 accessi ogni 10 abitanti, per un totale di 20.551.053 accessi. Di questi, solo il 14.7% è stato seguito da ricovero (in costante e progressiva riduzione rispetto agli anni precedenti) grazie al lavoro di stratificazione del rischio, diagnostica anche avanzata, cura e dimissione protetta svolto dai medici dell'emergenza.
 
L’applicazione su tutto il territorio del Dm 70/2015 per la riorganizzazione delle reti ospedaliere si tradurrà secondo il manifesto in una perdita di 14.043 posti letto per acuti e in un guadagno di 6.653 posti per subacuti con una perdita totale di 7.389 posti letto.  
Dal 2015, i parametri qualitativi, quantitativi, strutturali e tecnologici relativi all'assistenza ospedaliera fissano a 3,7/1000 abitanti lo standard dei posti letto sul territorio nazionale di cui 3/1000 abitanti destinati agli acuti. Il modello organizzativo rimane, nel regolamento, il sistema “Hub and spoke” integrato dalle reti per le patologie tempo dipendenti. Le Centrali operative 118 e i DEA di II livello insistono su bacini di popolazione più ampi di quelli attuali (600.000-1.200.000 abitanti), per i DEA di I livello il bacino viene stabilito in 150.000-300.000 abitanti, le Obi sono previste già a partire dai presidi ospedalieri con funzione di PS, le medicine d’emergenza urgenza-semintensiva a partire dai DEA di I livello. Un mezzo di soccorso avanzato è previsto per ogni 60.000 abitanti per una copertura di un territorio di 350 kmq (con correttivi per le zone disagiate).
 
L’attività dell’emergenza-urgenza, sebbene inserita dal 2001 tra le prestazioni di assistenza sanitaria garantite dal servizio sanitario nazionale, non ha avuto aggiornamenti nei Lea per quanto riguarda la definizione delle attività e dei servizi da garantire ai cittadini nella attuazione del DM70/2016 e del Patto della Salute. Infatti, secondo gli estensori del Manifesto, il nuovo regolamento introduce il concetto di cure in rete e non nel singolo presidio, rendendo irrinunciabile una organizzazione dipartimentale e una riqualificazione degli interventi in emergenza-urgenza che, da semplici interventi di stabilizzazione diventano, nella proposta di Fimeuc, interventi di valutazione, diagnosi, trattamento e stabilizzazione del paziente adulto e pediatrico, in virtù delle conoscenze scientifiche sopraggiunte e delle competenze acquisite.
 
Per gli stessi motivi è opportuno anche una riclassificazione dei mezzi di soccorso in base (con soccorritore esperto), intermedio (con infermiere del Ssn) ed avanzato (con medico di emergenza e infermiere del Ssn).
“Oltre al dipartimento dell’emergenza monospecialistico – ha detto la presidente Fimeuc Giovanna Esposito - bisogna favorire la nascita della figura del medico unico dell’emergenza che, dal punto di vista professionale e d’inquadramento nel Sistema sanitario nazionale, abbia tutte le competenze cliniche e le garanzie contrattuali per operare al meglio nell’interesse dei pazienti e nel rispetto della dignità professionale”.
 
“E’ necessario che il medico dell’emergenza – ha aggiunto la segretaria Fimeuc, Fabiola Fini  - abbia un unico contratto, quello della dirigenza medica. Bisogna procedere rapidamente a riattivare l’articolo 81 bis del Dlgs 229/99 per portare a termine il passaggio a dipendenza dei medici del 118 che hanno maturato i requisiti e che ne facciano richiesta. È indispensabile infine aumentare il numero dei contratti delle scuole di specializzazione, ne sono necessari almeno 250-300 all’anno; prevedere un medico dell’emergenza che gestisca al meglio il paziente adulto e di pediatria, rivedere il sistema dell’equipollenze”.
 
Alla presentazione del Manifesto sono intervenuti anche la sentarice Pd Giuseppina Maturani,  componente della commissione Igiene e Sanità di Palazzo madama, Giuseppe Lavra, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Paola Boldrini, deputata PD componente della commissione Affari Sociali della Camera, Angela Panuccio, coordinatrice dell’Ufficio V della Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute 
27 marzo 2017
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