Torna il sereno tra le professioni sanitarie dopo l’allarme provocato dalla
prima bozza di accordo Stato-Regioni per la per la “Definizione delle attività delle professioni sanitarie nel Servizio sanitario nazionale” inviato la scorsa settimana alla Conferenza per l’iter dell’intesa.
A scatenare le ire delle professioni era stato la previsione finale di criteri guida, ma soprattutto di “criteri limite” che avevano riacceso lo o spettro del temuto e mai condiviso "atto medico" designando tra questi criteri le “competenze previste per le professioni mediche”.
A calmare le acque, come dà notizia il sito della Federazione nazionale degli infermieri, è stato l’intervento dello stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ascoltando le ragioni illustrate dalla Federazione nazionale degli infermieri Ipasvi, ha corretto e rinviato una nuova bozza di testo alla Stato-Regioni modificata nel senso chiesto dalla presidente Ipasvi,
Barbara Mangiacavalli e fedele a quanto indicato e stabilito dalla legge 42/1999.
Dalla versione finale è sparita la “lista” dei criteri guida e, soprattutto, dei “criteri limite” e, come già prevede la legge 42/1999, c’è l’indicazione che “il campo proprio di attività e responsabilità” delle professioni è definito da: contenuto del profilo professionale, contenuto degli ordinamenti didattici, contenuto dei codici deontologici.
Il tutto con l’unica specificazione – sempre secondo legge –: “fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni sanitarie, salvaguardando l’apporto e l’integrazione che ogni figura professionale può fornire nell’attività in team”.
Le ragioni dell’Ipasvi hanno sottolineato tra l’altro che lo schema di accordo si rifaceva nella sua prima versione all’art. 1 comma 2 della legge 42/1999 sostituendo però l’espressione
“fatte salve”con
“criteri limite”,negando quindi la dinamicità positiva in corso dell’innovazione dell’organizzazione del lavoro in sanità “finalizzata si ad un’ottimizzazione dell’uso delle risorse umane e professionali in un’ottica di valorizzazione e di integrazione, ma, soprattutto, per fornire la più rapida, efficace ed efficiente risposta ai bisogni di salute dei cittadini”.
E su questa base il ministro Lorenzin ha modificato il testo della bozza di accordo facendo tornare – questa volta “nel nome della legge” - il sereno.