"Non distrarre - terapia in corso": ecco la scritta ben visibile sulle casacche arancioni indossate dagli infermieri durante la somministrazione dei farmaci ai pazienti in ospedali e case di cura. Un segnale chiaro e forte, che possa dissuadere le altre persone (medici, colleghi, parenti dei pazienti) dal disturbare il professionista al lavoro. Una misura efficace e soprattutto preziosa, dato che la SISP, società italiana di scienze infermieristiche pediatriche, ha calcolato, dopo una attenta fase di osservazione sul campo, che il rischio di commettere errori se un infermiere viene interrotto nella fase di somministrazione della terapia aumenta di ben il 12%.
A farsi promotore di questa iniziativa presso le strutture ospedaliere di Milano è il NurSind Sindacato delle Professioni Infermieristiche, che ha proposto e richiesto un progetto pilota presso l'ASST Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini-CTO.
"Nello svolgimento del nostro lavoro, il professionista che somministra il farmaco deve accertarsi, come ricorda la raccomandazione ministeriale numero 12, che sia presente una completa prescrizione - spiega
Nicoleta Veronica Voichescu, Responsabile NurSind ASST Gaetano Pini-CTO -. Tuttavia, sono moltissime le richieste improprie che raggiungono l’infermiere durante questa fase così delicata".
L'interruzione è una prassi quasi abituale e a volte data per scontata: il parente che desidera conoscere l’orario di ricevimento del primario, il medico che richiede qualcosa di non urgente e molto altro. "Proprio perché noi vogliamo svolgere al meglio il nostro lavoro - aggiunge
Voichescu - , a tutto vantaggio della qualità delle cure assicurate al paziente, pensiamo che l’utilizzo di strategie difensive passive possa essere di grande aiuto".
"In questo ambito - conclude
Voichescu -, sappiamo che l'uso delle casacche con la dicitura 'Non distrarre - terapia in corso' ha dato ottimi risultati in ambito ospedaliero: il giubbotto è diventato un prezioso compagno di lavoro, ma anche uno strumento educativo. Se noi riusciamo a operare nelle condizioni migliori, anche il paziente avrà le cure migliori"
Proprio per questo motivo, e sempre attenti alla tutela del professionista infermiere e alla salute dei pazienti, il NurSind Sindacato delle Professioni Infermieristiche ne ha promosso l'esordio a Milano, realizzando e distribuendo a proprio spese le casacche arancioni presso i nosocomi interessati al progetto. Il prossimo obiettivo: allargare l'iniziativa al più ampio numero possibile di strutture ospedaliere in città e provincia.
Lorenzo Proia