Ultima giornata di lavori, oggi, per il Congresso annuale del Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union, l’associazione europea che rappresenta i farmacisti di comunità) apertosi a Berlino il 19 giugno. Come ricordato dal presidente in carica, il tedesco
Heinz-Gunter Wolf, due sono stati i temi principali del Congresso: da una parte il rafforzamento del ruolo del farmacista come professionista indipendente, benché organico ai servizi sanitari pubblici dei Paesi dell’Unione ma dall’altra – pur tenendo presenti le differenze nazionali – la necessità di stabilire criteri di valutazione e obiettivi di qualità per i servizi farmaceutici. Il tutto, come ha dimostrato l’andamento del dibattito, sullo sfondo di quella che è ormai un elemento comune ai paesi leader dell’Ue: il coinvolgimento della farmacia nell’assistenza di base, strada imboccata nel 2008 con il libro bianco del Ministero della Salute Britannico, e seguita da Francia e Italia, nel 2009, rispettivamente con la Legge Hpst e con la Legge 69/2009.
Maggiori prestazioni rivolte al cittadino, dunque, ma anche una maggiore integrazione del lavoro del farmacista con quello delle altre professioni sanitarie, come illustrato da Nina Griese, dell’Unione federale delle associazioni dei farmacisti tedeschi (Abda), a proposito dello schema di cooperazione farmacista-medico sperimentato in Germania; una collaborazione sempre più stretta che non coinvolge necessariamente soltanto il medico di medicina, come nel caso della cooperazione avviata con il nutrizionista dai farmacisti portoghesi nell’assistenza al paziente diabetico.
L’altro aspetto saliente del nuovo ruolo del farmacista nell’assistenza territoriale è la tutela della sicurezza del paziente, ambito in cui le relazioni si sono divise tra le misure messe in atto per applicare la nuova direttiva europea sulla farmacovigilanza - affrontate dalle relazioni dei tedeschi
Jan Farzan, del Paul Ehrlich Institute e
Martin Schulz, della Commissione Farmaci dell’Abda -, e i riflessi che su questo aspetto avranno le nuove prestazioni della farmacia. E’ il caso del dossier pharmaceutique istituito in Francia a seguito della Legge Hpst che, come spiegato dalla presidente dell’Ordine nazionale dei Farmacisti francese, Isabell Adenot, oltre a rappresentare uno strumento fondamentale per la pharmaceutical care , dal momento che traccia tutti i farmaci prescritti o da automedicazione di cui fa uso il paziente, è la base per la riduzione del rischio clinico legato al farmaco e per l’opera di farmacovigilanza.
Per l’Italia, nel corso dell’Assemblea generale, le linee del modello della farmacia dei servizi sono state illustrate dal presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti,
Andrea Mandelli. “E’ incoraggiante vedere come l’Italia, con il modello della farmacia dei servizi disegnato dalla Legge 69 e dai successivi decreti applicativi si ponga alla testa di questo movimento di innovazione del servizio farmaceutico che attraversa tutta l’Europa” ha dichiarato Mandelli. “Se il confronto con le esperienze simili condotte nell’’Unione ci conforta sul piano delle scelte tecniche, ci deve però anche esortare in quella politica di collaborazione tra professionisti che la Federazione ha indicato da tempo come una strada obbligata per garantire un miglior servizio al cittadino e far crescere la professionalità in tutti gli ambiti dell’assistenza”.
L’Assemblea, infine, ha indicato come presidente per l’Anno 2012 Isabelle Adenot e, come vicepresidente, il polacco, Piotr Bohater.