Respinto con ordinanza dal Consiglio di Stato il ricorso presentato dalla ex ASL di Como, oggi ATS Insubria, per la sospensione della sentenza del TAR Lombardia in merito all’individuazione degli incarichi di continuità assistenziale. Il Tar aveva annullato le delibere della ex Asl di Como “in quanto con tali provvedimenti l’Azienda sanitaria, in violazione dell’Acn di Medicina Generale del 2009, di fatto aveva modificato il rapporto ottimale tra i medici di continuità assistenziale e gli abitanti residenti (rapporto fissato dall’Accordo Nazionale in 1 medico ogni 5.000 abitanti), mentre la modificazione di tale rapporto, a seguito di corrispondenti Accordi regionali, rientra nella competenza della Regione”.
Il Consiglio di Stato ha rilevato che “non sono emersi elementi, che inducano a ritenere prevalenti le esigenze della ATS dell’Insubria di sospendere gli effetti della sentenza impugnata, che, in pratica ha imposto alla Azienda sanitaria in questione di ricondurre la progettata riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale nell’ambito delle procedure fissate dall’art.64 dell’ACN di medicina generale del 2009, che consentono la deroga del rapporto ottimale tra medici e popolazione residente solo a seguito di valutazione di specifiche situazioni socio ambientali e di accordi tra Regione ed OO. SS”.
Soddisfazione dello Smi: “Riconosciuta corretta la posizione dello Smi in ordine alla individuazione degli incarichi di continuità assistenziale. Andranno quindi individuati nuovi incarichi per consentire che vi siano in servizio almeno 119 medici di continuità assistenziale”.