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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Enpam replica agli Ordini di Milano e Bologna: “Provocazioni irresponsabili”

immagine 22 agosto - L’Ente previdenziale dei medici replica al j’accuse lanciato dai due Omceo che hanno richiesto il commissariamento dell’Ente cui viene contestato, in particolare, la costituzione della società Enpam Sicura, l'investimento di 475 mln per acquistare il 50% dell’headquarter di Amazon a Londra prima della Brexit, e la possibile adesione al Fondo Atlante (che poi non si è realizzata).
“Gli Ordini di Milano e Bologna confermano con una lettera pubblicata da alcuni media la propria propensione a intraprendere bizzarre iniziative destinate ad arenarsi. La pervicacia con cui i due Ordini continuano a spendere  i soldi dei propri iscritti in azioni fotocopia, regolarmente perdenti una volta approdate in tribunale, appare sconcertante”. Così l’Enpam replica in una nota alle contestazioni poste dai due Ordini.

“Ancora una volta – precisa la nota - viene preso di mira lo Statuto dell’Enpam, che ha aperto a tutti i medici e dentisti italiani la possibilità di votare i propri rappresentanti nell’Ente di previdenza, nonostante la legittimità sia stata confermata da due ministeri e da svariate sentenze. Ancora una volta vengono elencati fatti infondati, per i quali evidentemente si preferisce la diffusione a mezzo stampa invece di rischiare di essere nuovamente smentiti in tribunale”.

“C’è poi un elemento di originalità – si sottolinea - : la richiesta di un innovativo commissariamento preventivo che sarebbe giustificato da situazioni non ancora concretizzate o da decisioni ancora da valutare, come quella sulla partnership a Londra con uno dei principali fondi immobiliari mondiali o la partecipazione ad Atlante2”.

“La Fondazione Enpam – conclude il comunicato - non può permettere che si giochi con le pensioni dei medici e dei dentisti. Per questa ragione valuterà tutte le iniziative previste dalla legge nei confronti dei rappresentanti degli Ordini di Milano e Bologna, a tutela dell’immagine e della reputazione dell’Ente”.
 
22 agosto 2016
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