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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Reflusso gastroesofageo. Farmacisti, Mmg e specialisti stringono un’alleanza per combattere i sintomi

immagine 23 giugno - Ne soffre regolarmente oltre il 44% delle persone e il percorso del paziente per combatterli è tortuoso e spesso improprio. Per indicare la rotta è stato presentato in Senato un documento di consenso frutto di un gruppo di lavoro multidisciplinare per la gestione dei sintomi in un setting allargato alla farmacia di comunità
Approcci terapeutici più appropriati ed efficaci per il reflusso gastroesofageo. Semplificazione dell’approccio al disturbo, evitando disagi per il cittadino e aumentando la sua fiducia verso il Ssn. Contenimento dello spreco di risorse in esami superflui, visite e consulti spesso inappropriati.
 
Sono questi solo alcuni dei benefici che si possono ottenere grazie alla collaborazione multidisciplinare tra farmacisti, medici di medicina generali e gastroenterologi, finalizzata alla gestione del reflusso gastroesofageo che colpisce frequentemente il 44% della popolazione italiana.
 
Una collaborazione tra professionisti che si è concretizzata nel documento di orientamento “La gestione condivisa dei sintomi da reflusso gastroesofageo in 10 assiomi” presentato ieri al Senato. Obiettivo: indicare la rotta da seguire per gestire il percorso del paziente che soffre di questi disturbi.
 
Un percorso che appare tortuoso, spesso improprio e con scarso riconoscimento di ruoli e funzioni dei singoli professionisti di competenza, con una gestione inappropriata dei sintomi e nel quale ciascun operatore sanitario tende ad agire in modo indipendente, secondo propri schemi e affidandosi alle proprie esperienze.

Serve quindi un giro di boa, e la chiave di volta è la collaborazione multidisciplinare che vede nella figura del farmacista, prima sentinella sul territorio, il punto di riferimento del cittadino. Un professionista pronto a dare consigli e supporto psicologico grazie anche alla sua presenza h 24 sul territorio.
 
“Il documento che oggi abbiamo avuto la possibilità di valutare è frutto del lavoro di un pool interdisciplinare  – ha spiegato il Senatore Andrea Mandelli - ed è firmato da autorevoli rappresentanti delle diverse società scientifiche di medici e di farmacisti, rappresenta un esempio virtuoso di dialogo tra le diverse figure sanitarie che operano sul territorio, che auspico possa essere considerato un modello di collaborazione interprofessionale in cui l’attenzione al paziente è l’elemento cardine”.
 
“Il cittadino deve essere al centro della rete dei professionisti – ha sottolineato Mandelli – e il farmacista in questa compagine ha un ruolo fondamentale: è il primo riferimento sul territorio anche per la presenza capillare delle farmacie di comunità. Il farmacista ha l’opportunità di acquisire le competenze necessarie per individuare e gestire adeguatamente i pazienti con sintomi da reflusso gastroesofageo eleggibili al trattamento di automedicazione, e anche di indirizzare tempestivamente al consulto medico quanti invece presentano una sintomatologia che richiede ulteriori approfondimenti o particolari fattori di rischio. Dispone, in sostanza, di un ventaglio di soluzioni terapeutiche che gli consentono di consigliare a ciascun paziente il rimedio più appropriato”.
 
Mandelli ha quindi posto l’accento sull’importanza di un’azione di squadra dei professionisti della salute, per una corretta gestione di questa e altre patologie diffuse: “Agire in modo indipendente, isolato, secondo propri schemi e affidandosi alle proprie esperienze, non è una scelta utile. Per questo serve un'evoluzione del processo di cura a beneficio dei pazienti e del Ssn”. E il documento è un punto di partenza.
 
Insomma, attiene al ruolo del farmacista e alla sua preparazione, come ha spiegato Eugenio Leopardi, Presidente Utifar “la capacità di riconoscere un disturbo meritevole di trattamento con un rimedio dispensabile senza obbligo di ricetta, salvaguardando i requisiti di qualsiasi trattamento, ossia il rapporto efficacia/sicurezza”.
 
Inoltre, ha evidenziato Vincenzo Savarino, Professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università degli Studi Genova e Past President Sige: “Il paziente con pirosi è spesso oggetto di un percorso diagnostico non gestito in modo ottimale fra le diverse figure professionali e la maggior parte delle forme iniziali sono efficacemente gestibili in farmacia, tramite l’uso di farmaci inibitori di Pompa Protonica di automedicazione, per 14 giorni, come raccomandato dalle linee guida internazionali, World Gastroenterology Organisation Global Guidelines di Maggio 2013”.
 
E la parola chiave di questa alleanza interprofessionale è l’appropriatezza. “Il ricorso del paziente con pirosi a rimedi sanitari è speso casuale e poco pratico –  ha detto Guido Sanna, Medico di medicina generale e specialista in Gastroenterologia della Fimmg – infatti esiste ancora un’eccessiva richiesta di visite specialistiche, terapie ed esami diagnostici, anche invasivi ed inappropriati. Questo nuovo modello di gestione presenta quindi grandi vantaggi per il paziente, che grazie a questa proficua collaborazione avrà la possibilità di essere indirizzato in tempi ridotti verso gli approcci terapeutici più efficaci, ma anche per il Ssn” 

“Il reflusso gastroesofageo – ha concluso Enzo Ubaldi Medico di medicina generale, Responsabile dell’area gastroenterologica della Simg – è un disturbo benigno ma che non deve essere trascurato in quanto può diventare fastidioso e invalidante. I farmaci Inibitori di pompa protonica di automedicazione costituiscono oggi una chiave di volta per un approccio diffuso ed efficace nella gestione dei sintomi da reflusso gastroesofageo, con buona efficacia clinica e una sicurezza molto elevata”.
23 giugno 2016
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