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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Formazione specialistica. “Bene Dl scuola. Urgente sbloccare scuole di specializzazione per garantire diritto allo studio ed evitare gravi ricadute per il Ssn”. Intervista a Novelli (Crui)

di Giovanni Rodriquez
immagine 13 maggio - Il vicepresidente della Crui plaude al decreto licenziato ieri dal Senato: "Recepisce gran parte delle nostre richieste". Nella mozione approvata lo scorso 17 marzo dalla Crui, infatti, si chiedeva lo sblocco per le scuole di specializzazione non mediche e lo stop per 5 anni accademici della determinazione dei fabbisogni di specializzandi per tali categorie e l'abrogazione della legge 401/2000. LA MOZIONE
"Il Decreto scuola recepisce molte delle richieste che avevamo avanzato come Conferenza dei rettori delle Università italiane. Da ormai due anni ci troviamo nella situazione vergognnosa di non poter fare bandi. In questo modo si impedisce a migliaia di giovani il diritto alla formazione e gli si nega la possibilità di fare carriera. Si doveva intervenire in maniera tempestiva". Così il vicepresidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, Giuseppe Novelli, commenta l'approvazione del Dl scuola da parte del Senato, alla luce della mozione approvata dalla Crui lo scorso 17 marzo.
 
Professor Novelli, ieri il Senato ha approvato il Decreto scuola che sblocca di fatto il blocco delle scuole di specializzazione non mediche andando in deroga a quanto previsto dalla legge 401/2000. Si ritiene soddisfatto?
Sì, il testo approvato dall'Assemblea di Palazzo Madama recepisce buona parte delle richieste contenute in una mozione approvata dalla Crui lo scorso 17 marzo. Lì, tra le altre cose, chiedevamo l'abrogazione proprio della legge 401/2000. Da 2 anni nelle Università italiane ci troviamo nella condizione vergognosa di non poter più indire bandi. In questo modo impedivamo ai giovani laureati il diritto alla formazione, ma anche la possibilità di poter far carriera e partecipare ai concorsi. Era urgente intervenire. Come rettori dobbiamo poter garantire a tutti gli studenti la possibilità di una formazione accademica completa.
 
Eppure ieri sono state avanzate alcune critiche al testo. I senatori Mandelli (Fi) e D'Ambrosio Lettieri (CoR) hanno parlato di un passo indietro per farmacisti, odontoiatri e fisici, lamentando l'assenza di risorse per i contratti. Cosa ne pensa?
Ho avuto modo di confrontarmi con la categoria dei farmacisti. Io condivido in pieno l'idea che possano essere pagati così come accade per le specializzazioni mediche, ma se nel mentre non ci sono risorse adeguate per garantire tutto ciò che si fa? Non si può bloccare per questo motivo sette scuole di specializzazione. Alcune Università potrebbero trovare finanziamenti regionali, ma di certo non tutte. Nella mozione della Crui spighiamo bene come l'attuale situazione richieda interventi immediati che prendano atto, nell’attuale fase economica del Paese, dell’impossibilità di procedere al riconoscimento del trattamento di borsa di studio già previsto per i laureati in medicina e chirurgia anche per biologi, chimici, fisici, farmacisti, psicologi, odontoiatri e veterinari, e che pertanto vadano ricercate con massima urgenza soluzioni alternative. Nel mentre, però, era necessario superare questa fase di stallo che impediva la formazione specialistica a migliaia di laureati.
 
Quali erano le altre richieste che avevate avanzato come Crui?
Veniva chiesto di non procedere per almeno cinque anni accademici alla determinazione dei fabbisogni di specializzandi per tali categorie e ciò a seguito del blocco formativo poliennale che ha impedito che migliaia di laureati magistrali potessero concorrere a tale modalità di formazione universitaria. Si chiedeva poi l'abrogazione della legge 401/2000 alla base del blocco dei bandi di formazione specialistica per i laureati magistrali non medici che ne hanno inalienabile diritto, consentendo così anche l'immediata promulgazione dei bandi stessi, anche superando la determinazione dei fabbisogni formativi prevista dalla medesima norma. 
 
Nel testo, oltre al mancato diritto alla formazione, si lanciava un allarme per le gravi ricadute sul Sistema sanitario nazionale.
Certamente, il nostro Servizio sanitario nazionale vede rarefarsi figure professionali essenziali per l’assistenza e per la ricerca in campo biomedico, per le discipline di patologia e biochimica clinica, genetica umana, microbiologia e virologia, scienze dell’alimentazione, epidemiologia, farmacia, fisica medica, veterinaria, odontoiatria, etc., rendendo prospetticamente impossibile il turn over di figure professionali essenziali per il sistema nel suo complesso. Pensiamo ad esempio ai fisici che portano avanti i reparti di radioterapia. Le potenziali ricadute sarebbero gravissime.
 
 
Giovanni Rodriquez
13 maggio 2016
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