Soddisfazione, da parte della Fials, per l’impegno messo in campo dal ministero della Salute per cercare di risolvere il problema del precariato nell’area della ricerca sanitaria, anche se la
proposta presentata ieri dal ministero nel corso di un incontro promosso dal Direttore Generale della Ricerca Scientifica del Ministero della Salute,
Giovanni Leonardi, con tutti i sindacati del comparto e della dirigenza sanitaria non convince fino in fondo.
Per la Fials, “se pur condivisibile la trasformazione, da subito, del rapporto di lavoro dei ricercatori da lavoro flessibile co.co.co. o co.co.pro a tempo determinato, con la garanzia dei diritti di tutti gli altri operatori, al momento non è accettabile la proposta ministeriale di un percorso a tre step con oltre 10 anni a regime per pervenire ad una stabilizzazione a tempo indeterminato con il transitare nei ruoli del personale del SSN”.
Per il Segretario Generale della Fials,
Giuseppe Carbone, comunque, “non si può che apprezzare la scelta altamente strategica del ministero alla salute di trovare una soluzione nella prossima legge di stabilità che affronti alla radice la questione del precariato dando una risposta non solo di norme transitorie ma di sistema a pieno regime”. Così come, anche se “il giudizio finale sulla proposta non potrà che essere quando questa sarà definita e presentata ufficialmente, in particolare quando saranno definite le norme transitorie che diano certezza a chi ad oggi è da anni precario nella ricerca sanitaria”, non si può non considerare “quanto mai apprezzabile il metodo, ritrovato dopo ormai troppo tempo di assenza di confronto tra sindacato e ministero della salute, di costruzione insieme della proposta”.
Per Carbone, si tratta di un percorso che “se realizzato realmente offrirà alle migliaia di professionisti impegnati nella ricerca scientifica sanitaria una prospettiva di inquadramento normativo ed economico certo, invertendo la tendenza sinora realizzata di contratti di lavoro flessibili senza diritti e senza prospettive. Non dico che si fermerà la fuga dei cervelli all’estero o si darà una certezza di ritorno in Italia dei nostri ricercatori utilizzati in altri Stati ma per la prima volta si intravede la luce dell’aurora…attendiamo la luce del sole di mezzogiorno”.