Il secco no dell’Università alla proposta delle Regioni sul doppio binario di accesso era conosciuto e scontato, su questo si era già bloccata la trattativa l’anno scorso e non si comprende perché la Commissione Salute lo abbia proposto di nuovo.
L’art. 22 non è solo l’accesso, riguarda la formazione, la carriera, la determinazione del fabbisogno e la soluzione del problema del precariato. Tutte questioni sulle quali c’è un sostanziale accordo tra le parti e sulle quali non vi è motivo di rinviare oltre un intervento legislativo atteso da oltre un anno.
L’attuale sistema di accesso e struttura della specializzazione non ci convince; inoltre il sistema delle borse di studio, pur se può sembrare vantaggioso ad un esame superficiale, causa un danno previdenziale che si ripercuoterà pesantemente sui colleghi negli anni futuri. Ma sappiamo bene che in queste momento non ci sono le condizioni politiche per un cambiamento che ci avvicini al resto d’Europa.
Anche la proposta delle Regioni non ci convince, ha molti punti oscuri e difficoltà applicative se non si modifica lo stato giuridico del medico del SSN, altra questione che nessuno è in grado di affrontare in questo momento pur essendo chiaro il fallimento della 229.
Chiediamo quindi al Ministro Lorenzin di farsi carico di portare a conclusione i lavori sui punti sui quali al tavolo non sono state poste obiezioni, eventualmente stralciando, come chiesto da Cimo all’ultimo incontro, la questione dei precari al fine di abbreviarne i tempi (i provvedimenti in materia sono stati approvati già a luglio 2014, DPCM aprile 2015, art. 17 della Madia e legge di stabilità 2016).
L’istituzione della rete formativa regionale con un unico metodo di accreditamento e valutazione, lo sviluppo professionale della carriera medica con valutazioni più attente alla competenza specifica ed i criteri per individuare standard e fabbisogno di personale rappresentano già dei punti importanti per migliorare il lavoro dei Medici del SSN ed offrire ai cittadini professionisti più motivati e qualificati.
Occorre fare presto. Siamo tornati indietro di un anno ed il SSN non se lo può permettere.
Riccardo Cassi
Presidente Cimo