“Costretti a vivere con 300, massimo 600 euro al mese: è questa la condizione di totale precarietà lavorativa ed economica in cui sono costretti 1300 medici fiscali, che devono assicurare all’Inps la loro disponibilità quotidiana a fronte di 10- 20 visite mensili. E ciò dal 1° maggio 2013, quando, per l’effetto della Spending Review , l’Inps decise di sospendere – e poi di ripristinare, ma tagliandole del 90% - le visite fiscali d’ufficio per i lavoratori del settore privato, lasciando operative solo quelle richieste dai datori di lavoro”. È quanto denuncia la Fnomceo in una lettera indirizzata al ministro per la Pubblica Amministrazione,
Marianna Madia, al ministro del Lavoro,
Giuliano Poletti, al ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin e al presidente Inps,
Tito Boeri.
“Si tratta dei medici fiscali – fa notare la Fnomceo - iscritti alle cosiddette “liste speciali ad esaurimento”, alle quali possono attingere sia l’Inps sia i datori di lavoro: età media 55 anni, molti collaborano con l’Ente da oltre 20 anni; tutti hanno scarsissime possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro o di integrazione con altre fonti di reddito”.
Per questo la Fnomceo chiede ora al “Governo la stabilizzazione di questi 1300 medici in grave sofferenza economica, tramite un contratto convenzionato, a tempo pieno ed indeterminato, a quota oraria, con relative tutele e diritti sindacali che possa sottrarre alla precarietà i medici di controllo”.
Ma non solo, la Federazione fa anche altre due richieste: “che i fondi devoluti all’introduzione del Polo Unico della Medicina Fiscale siano effettivamente e unicamente destinati a tale obiettivo; e che, per lo svolgimento delle attività di Medicina Fiscale da parte del costituendo Polo Unico siano impiegati, in via prioritaria, proprio i medici delle cosiddette “liste speciali ad esaurimento””.