“Rammarico e delusione, per il modo sprezzante, per come sono stati condotti i lavori che hanno portato all’approvazione di una di legge, dove c’è di tutto, all’infuori delle norme previste dalla legge nazionale 251/00.Infatti si rileva, con grande stupore, che la suindicata proposta di Legge Regionale, recentemente approvata dal Consiglio Regionale risulta, nella sua quasi totalità, essere stata stravolta dall’originario impianto legislativo di prima presentazione”. È quanto denuncia la Consulta delle Professioni Sanitarie della Regione Calabria in una lettera inviata al presidente
Oliverio e al Ministro della Salute
, Beatrice Lorenzin.
“Le modifiche apportate – si legge nella lettera - , determino di fatto un impoverimento delle professioni sanitarie; inoltre, si ritiene che la proposta di L.R., così come è stata riformulata, non risponda alle vere esigenze del sistema sanitario regionale oltre che, risulta essere in disarmonia con quanto previsto dalla Legge n. 251 del 10 agosto 2000 “disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, nonché della professione ostetrica””.
In particolare la Consulta rilancia la sua proposta emendativa già presentata durante l'esame del provvedimento, che - si spiega nella lettera inviata a Oliverio e Lorenzin - "consiste nell’avviare anche nella Regione Calabria, così come avvenuto in analogia nelle altre Regioni d’Italia, una classe dirigenziale delle Professioni Sanitarie e Sociali Professionale, nonché la definizione di una struttura organizzativa professionale articolata in cinque servizi professionali, che opera in autonomia tecnico-professionale, nel rispetto di quanto definito nella Legge 251/2000".
Ricordiamo che al contrario della Consulta, gli infermieri hanno dato il loro pieno appoggio alla normativa regionale, definita proprio ieri dal
coordinatore Ipasvi della Calabria Fausto Sposato come “un risultato atteso per sedici lunghi anni che ha visto la luce grazie alla tenacia degli ordini e dei collegi rappresentanti le professioni sanitarie e sociali”.