I sindacati della dirigenza del Ssn hanno presentato le loro integrazioni alla proposta di legge delega (ex. Art 22 Patto Salute) sul lavoro in sanità. Rispetto alle
proposta inviata al Ministero lo scorso mercoledì la novità principale riguarda la disciplina dell’accesso al Ssn (che era assente) su cui però non vi è stata l’unanimità tra i sindacati, con FP Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Fpl Medici
che non hanno sottoscritto la specifica proposta sull’accesso al Ssn (mentre sulle altre il consenso è unanime).
Ecco la proposta (che dovrebbe essere discussa a partire dall'incontro di martedì prossimo con Governo e Regioni) e che, ferma restando la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale per l’accesso al Ssn, prevede un percorso parallelo a partire dalla specializzazione così definito dai sindacati:
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possesso del titolo di laurea, abilitante all’esercizio della relativa professione, quale requisito di accesso;
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inquadramento, nell’ultimo biennio del corso di formazione specialistica, nelle aziende sanitarie della rete formativa della Regione con apposito contratto di lavoro a tempo determinato finalizzato a completare il percorso formativo ed acquisire la autonomia professionale, con attività e livelli retributivi da definirsi nell’ambito della Contrattazione collettiva di settore.
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tale inquadramento non dà diritto ad assunzione a tempo indeterminato presso la struttura di assegnazione, o altre strutture del SSN,
e non dàluogo ad equiparazione di alcun tipo al personale dipendente specialista. La valutazione finale del medico in formazione specialistica resta di competenza della scuola di specializzazione, acquisite le valutazioni dei direttori delle strutture coinvolte nel percorso formativo;
Viene poi ribadito in ogni caso che “la valutazione finale del medico in formazione specialistica resta di competenza della scuola di specializzazione, acquisite le valutazioni dei direttori delle strutture coinvolte nel percorso formativo”.
Proposta anche la stesura di “protocolli d'intesa tra Regione ed Università che disciplinino il numero di accessi, le modalità di frequenza del corso e lo svolgimento della parte teorica presso la sede universitaria di assegnazione e della parte pratica presso le aziende facenti parte della rete formativa della Regione”.
Altra aggiunta rispetto alla prima bozza riguarda la specializzazione in
pediatria territoriale per cui si “prevede l’accesso agli studi del pediatra di famiglia per l’acquisizione delle specifiche competenze”.