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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Fisioterapia. Cartisano (Spif Ar): “Perché il Governo non ascolta le nostre richieste?”

di Antonio G. Cartisano
immagine 11 marzo - Sono troppe le cose che nell'ambito della Riabilitazione chiedono una migliore visione programmatica e qualificata, dove spesso vengono ascoltati soggetti letteralmente distanti dagli interessi dei cittadini. Dividi et impera è e rimane in concetto della ”marchetta elettorale” alla quale non possiamo e non vogliamo dare nome diverso stante il fatto che nella confusione ognuno può nascondere la mano e procrastinare le scelte giuste a data da destinarsi.
Perché il Governo Renzi non ascolta anche le proposte dei Laureati in Fisioterapia? É riconosciuta dal nostro Paese e Governo l'Associazione AIFi nata nel 1959 e da tempo riconosciuta ufficialmente dal Ministero della Salute quale Organizzazione Specifica e qualificata per tale titolo ed ufficialità determinanti per presenziare ai tavoli di discussione dei vari Ministeri competenti per le 80 unità di Fisioterapisti Italiani. Senza nessuna prosopopea un'organizzazione tale e membro ufficiale della WCPT Europea e Mondiale, con le proposte fatte al Governo Renzi e condivise, dovrebbe, se non altro, far riflettere in merito alle proposte avanzate dalla stessa al nostro Governo circa la Specializzazione del Laureato in Fisioterapia e simili.
 
Ma così non è.
 
Lo SPIF AR, il Sindacato Professionale dei Laureati in Fisioterapia e delle Professioni dell'Area della Riabilitazione, che ha scritto molto al Governo (Renzi, Lorenzin, Poletti, ecc.) sollecitando l’ istituzione dell’ Ordine Professionale, l’ accreditamento diretto degli studi Professionali, l’applicazione della legge 251/2000 (dirigenza di Area Riabilitativa nel pubblico e nella Sanità accreditata), ritenendo ciò, come il migliore antidoto alla confusione e per una maggiore prospettiva di sviluppo e qualità del settore.
 
Se sarà necessario, scriverà ancora, per la questione occupazionale delle migliaia di colleghe e colleghi che non hanno più quella disponibilità di posti a concorso nel pubblico impiego, ma neppure quella dell'assunzione quasi costante in strutture qualificare della sanità privata che erogano “riabilitazione” secondo il canone previsto dalle norme nazionali e regionali.
 
Per non parlare delle migliaia di colleghe e colleghi che, prestando la loro professionalità presso rinomati centri, continuano a sottostare alla annosa ed irrisolta questione delle “false partite Iva”.
 

Cosa si inventa la politica? Quell'operazione di sottrarre ad altre Professioni riconosciute la possibilità di procedere con chiara compatibilità verso una “specializzazione” che già hanno in molti in questo settore Fisioterapico quale quello dell'Osteopatia, come in altri numerosissimi campi o chiedendo ai “secondi”, e giustamente, di avere anche la laurea in Fisioterapia quale garanzia di base per tutto il settore e le numerosissime patologie da affrontare in lungo e in largo in tutto il Paese.
 
Dividi et impera non muore mai, in Italia in particolare, e poi i cocci sono di chi resta coinvolto nelle concorrenza spietata e degradante di cui soffre moltissimo questo settore per mancanza di misure chiare quanto inefficaci contro abusivismo e altro. Ora credo sia il momento di vedere nel Ministero della Salute quel salto di qualità e di un certo grado di coraggio perché non si aggiungano ancora altre generazioni di disoccupati ad altre in corsa per la loro sopravvivenza e alla ricerca possibilmente di un migliore futuro aumentando nel settore lo stato confusionale tanto caro al politico.
 
Sono troppe le cose che nell'ambito della Riabilitazione chiedono una migliore visione programmatica e qualificata, dove spesso vengono ascoltati soggetti letteralmente distanti dagli interessi dei cittadini soggetti a momentanea o definitiva disabilità e per la quale le nostre categorie sono particolarmente impegnante ogni giorno con ogni terapia riabilitativa e anche con le stesse associazioni loro rappresentative perché sia migliore la qualità della riabilitazione stessa a loro necessaria.
 
Dividi et impera è e rimane in concetto della ”marchetta elettorale” alla quale non possiamo e non vogliamo dare nome diverso stante il fatto che nella confusione ognuno può nascondere la mano e procrastinare le scelte giuste a data da destinarsi.
 
Il Presidente Spif Ar
Dott. Antonio G. Cartisano 
11 marzo 2016
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