5 dicembre - Sabato scorso a Roma i medici italiani di tutte le sigle sindacali, insieme ai loro ordini professionali, hanno lanciato la sfida al Governo per una nuova sanità a partire dalla riaffermazione del ruolo e della funzione indispensabile del medico quale garante ultimo delle cure. Vi riproniamo quella giornata con un video esclusivo con le voci dei protagonisti di quel sabato pomeriggio.
E’ passata una settimana dalla manifestazione unitaria dei medici italiani a Piazza Santi Apostoli a Roma. Al momento nessuna delle rivendicazioni e proposte lanciate dal palco dai diversi rappresentanti della professione ha avuto la risposta che si attendeva dal Governo.
Il 9 dicembre tutte le sigle sindacali che, insieme alla Fnomceo, hanno dato avvio a questa stagione di mobilitazione si rincontreranno per decidere come proseguire la protesta.
Primo nuovo appuntamento lo sciopero nazionale di tutti i medici, dipendenti e convenzionati con il Ssn, il 16 dicembre e poi, forse, un’altra giornata di astensione dal lavoro a gennaio.
Dieci punti programmatici per quella che i medici ritengano debba essere una vera e propria riforma della sanità.
Al primo punto i medici rivendicano la loro autonomia nella cura, pur nel quadro di Livelli di assistenza basati su evidenze scientifiche, ma sono disposti a riscrivere le regole del gioco in collaborazione con Governo e Regioni e la Fnomceo come garantedell’Etica dei comportamenti e del dovere di collaborazione con le figure professionali competenti.
Al secondo punto la richiesta di essere considerati come “prestatori d'opera intellettuale” con garanzia di equilibrio tra la pubblica utilità e la autonomia del professionista da garantire soprattutto con il riconoscimento delle “competenze tecnico professionali indispensabili” e del ruolo di “titolari di un rapporto fiduciario” con il paziente.
Al terzo punto della piattaforma la richiesta di definire, a livello nazionale, “le competenze di ciascuna professione sanitaria” ma in modo “condiviso” senza “deleghe in bianco a Regioni e Università”, ferme restando la “gerarchia delle autonomie” e la “leadership del medico”.
Al quarto punto la proposta di una riforma della formazione a partire da una “analisi del Sistema Formativo in relazione con i nuovi bisogni di cura e i nuovi modelli organizzativi”, per “offrire agli studenti (pre laurea) e ai medici (post laurea), percorsi formativi coerenti e pronto accesso al mondo del lavoro”. E questo creando coerenza “tra la programmazione della formazione medica ed odontoiatrica pre laurea e quella specialistica e specifica in medicina generale e le esigenze del sistema sanitario nazionale”, sia in termini qualitativi che quantitativi.
Al quinto punto la richiesta di un nuovo modello di governance. Per i medici essa “non può essere imposta dall’esterno”, ma deve nascere “dall’interazione di molteplici attori che si autogovernano riferendosi alla medicina basata sull’evidenza, al ragionamento clinico, al progetto assistenziale, alla promozione della qualità e all’efficienza, in relazione alla sostenibilità economica delle scelte”, con il coinvolgimento attivo dei cittadini “nella valutazione e nelle modalità di erogazione di servizi e prestazioni sanitarie”.
Al sesto punto della piattaforma medica la richiesta di paletti ai fondi sanitari integrativi per i quali si chiede “una funzione effettivamente complementare e integrativa” con attenzione particolare all’assistenza agli anziani e alle cure odontoiatriche e questo “anche per evitare che la spesa privata, a carico dei cittadini, alimenti un terreno di coltura per un’assistenza sostitutiva ad esclusivo vantaggio delle società di assicurazione”.
La settima richiesta è una nuova riforma del titolo V, più radicale di quella in discussione e che per la sanità preveda con chiarezza che la funzione legislativa in materia sia prerogativa del Parlamento, dando al Ministero della Salute la funzione di coordinamento delle Regioni, alle quali i medici vogliono dare solo compiti di programmazione.
All’ottavo punto la questione della Responsabilità professionale, per la quale si chiede una accelerazione della soluzione legislativa del contenzioso medico-legale, “che lasciando indenne il Medico dalla azione diretta, definisca la responsabilità degli eventi avversi in capo a chi ha la responsabilità dei LEA e garantisca equi e rapidi indennizzi a chi ha subito un danno”
Al nono punto la questione dei bisogni di assistenza e cura, per i quali si lancia un progetto nazionale con la collaborazione attiva dei medici per “un progetto nazionale per la analisi dei bisogni, espressi ed inespressi, e dello stato di salute della popolazione” attraverso studi epidemiologici sulla prevalenza e l’incidenza delle patologie.
Al decimo punto la richiesta di abolire le sanzioni sull’appropriatezza prescrittiva dando la piena disponibilità della Fnomceo “a una collaborazione istituzionale con il Ministero della Salute che punti su Corsi di Formazione e Campagne educative/informative in un’ottica di revisione della Governance del SSN”.