Un riconoscimento formale per i medici di guardia medica e di emergenza sanitaria 118, formalmente riconosciuti come medici convenzionati che rischiano di rimanere tagliati fuori dai benefici previsti dal D.lgs in via di approvazione. È quanto ha chiesto la Fp Cgil Medici in una lettera inviata al ministro del Welfare Maurizio Sacconi, e per conoscenza al ministro della Salute Ferruccio Fazio. "Il Decreto legislativo sui lavori usuranti, in via di approvazione – spiega il sindacato – consente per la prima volta di raggiungere una regolamentazione organica dei benefici pensionistici anche per i dipendenti che svolgono il lavoro notturno in sanità, medici compresi. Ma considerando alla lettera i dipendenti, il Decreto rischia di vedere esclusi dai benefici i medici di guardia medica e di emergenza sanitaria 118, formalmente riconosciuti come medici convenzionati".
Il sindacato chiede quindi un incontro urgente per arrivare al formale riconoscimento, nell’ambito dell’applicazione dello specifico provvedimento, di attività usurante per il lavoro notturno svolto dai medici di guardia medica (continuità assistenziale) e del 118 (emergenza territoriale), trattandosi di un rapporto di lavoro del tutto assimilabile alla dipendenza. “L’esclusione dei medici convenzionati di guardia medica e del 118 dai benefici che il Decreto riconosce ai medici dipendenti che svolgono i turni notturni – sottolinea Nicola Preiti, coordinatore della medicina generale Fp Cgil Medici – sarebbe una grave iniquità, considerando che proprio il lavoro notturno rappresenta la loro attività prevalente. Come si fa a non considerare usurante il lavoro dei 15mila medici di guardia medica che si svolge per definizione di notte, peraltro in condizioni di sicurezza precarie e con notevoli rischi? E come è possibile – conclude Preiti – nell’ambito dei 5mila medici di 118 riconoscere come usurante il lavoro notturno dei solo medici dipendenti escludendo quelli convenzionati che svolgono la stessa attività?”.