Favorire l’accesso ai farmaci più appropriati per il trattamento del dolore, sia semplificando le procedure di dispensazione e di approvvigionamento degli oppiacei, sia partecipando alla battaglia culturale perché anche in Italia si affermi un orientamento moderno in questo importante capitolo della tutela della salute. Questi gli obiettivi che hanno guidato l’azione della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) nella fase di stesura della legge che ha rivoluzionato questa materia e nella fase successiva di applicazione sul territorio. A sostenerlo è stato il presidente della Federazione,
Andrea Mandelli, aprendo la conferenza stampa intitolata
La legge 38 un anno dopo: il punto di vista del farmacista svoltasi oggi a Milano. “La Federazione ha espresso fin dall’inizio la massima collaborazione alla messa a punto di un testo che risolvesse le criticità del vecchio impianto normativo che il farmacista riscontrava ogni giorno nella sua attività. Una collaborazione che si è rivelata proficua per i professionisti e per i cittadini anche grazie all’opera insostituibile del vicepresidente della Fofi, il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri”, ha aggiunto Mandelli.
Un ruolo che è stato riconosciuto anche da
Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale sul dolore e uno degli ispiratori della Legge 38. “L’apporto della Federazione è stato importante per mettere in luce e risolvere tutte le criticità legate al processo di prescrizione che spesso al medico sfuggono” ha detto Fanelli che ha proseguito ricordando che “la Legge 38 è davvero realmente innovativa, e la più avanzata al mondo. Di norma le leggi vanno a regolamentare ciò che comunque in qualche misura esiste sul territorio”. Infatti, ha ricordato Fanelli, mentre esiste sul territorio una rete delle cure palliative, con un importante contributo del volontariato e del no profit, il trattamento del doloro cronico benigno non può contare su strutture e competenze paragonabili. Malgrado si tratti di un capitolo rilevante anche sul piano economico: in Gran Bretagna, per esempio, la lombalgia o low back pain determina un costo sociale (ore di lavoro perse) pari a 2,5 miliardi di sterline l’anno. “Ciononostante - ha proseguito Fanelli - è già ben avviato l’incardinamento della Legge nazionale nelle disposizioni regionali. Hanno già deliberato una loro normativa Lazio, Piemonte, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto, mentre in Lombardia siamo alle ultime battute”. Un bilancio positivo che viene confermato da quello che resta uno degli indicatori principali del trattamento del dolore: l’uso degli analgesici oppiacei. “Paragonando i consumi tra i tre trimestri precedenti l’introduzione della legge e i tre successivi si nota un evidente aumento del ricorso agli analgesici che, in termini di giorni di trattamento è passato dal 6,7 all’11,7 per cento” ha spiegato
Sergio Liberatore, amministratore delegato di IMS Italia, con un tasso di crescita che è passato al 15%. Un dato significativo, soprattutto considerando che in Italia si partiva da una situazione senza uguali in Europa, vale a dire con un trattamento del dolore quasi esclusivamente orientato all’uso dei Fans (80% dei giorni di trattamento nel 2009). “Siamo ancora lontani, però, da livelli ottimali” ha dichiarato Marco Filippini, amministratore delegato di Mundipharma Pharmaceutical: “La media europea della spesa pro-capite per gli oppiacei è pari a 4,4 euro, quella italiana, pur essendo quasi raddoppiata passando a 1,2 euro, è ancora lontana anche dal dato spagnolo, il più vicino, che è di 2,3 euro”. Un altro aspetto che è emerso dai dati IMS, questa volta sulle prescrizioni, è il sempre maggiore coinvolgimento del medico di medicina generale: sul totale delle prescrizioni di oppiacei sul ricettario regionale è in forte crescita la quota che rappresenta una scelta diretta del medico di famiglia.
Mandelli ha poi ricordato i principali interventi della legge nel lavoro del farmacista: “L’altro aspetto su cui avevamo insistito, a vantaggio del paziente, era la possibilità di intervenire direttamente in farmacia nel caso vi fossero incongruenze tra la posologia e la durata della terapia indicate dal medico. Con le modificazioni all’articolo 45 il farmacista può consegnare al paziente il numero di confezioni necessario per coprire i trenta giorni di terapia, anche se le unità posologiche contenute nelle confezioni in commercio dovesse eccedere i trenta giorni. Per esempio, se il medico prescrive una fiala al giorno per trenta giorni, e in commercio si hanno esclusivamente confezioni contenenti 12 fiale, sulla base della precedente normativa il farmacista poteva consegnare solo 2 confezioni per un totale di 24 fiale; con la modifica approvata, si rende possibile la consegna di 3 confezioni, che consentono il rispetto della volontà del medico di coprire i 30 giorni di terapia”. Forte è stato anche l’impegno federale per disseminare le novità introdotte dalla legge e aggiornare le conoscenze scientifiche sul trattamento del dolore: “Nell’edizione 2009-2010 del nostro programma ECM PharmaPhad, il corso relativo a questa tematica è stato seguito e completato da tutti i 20000 iscritti al programma. Nell’edizione 2010-2011, andata on-line il 15 ottobre, di tre mesi oltre 7000 farmacisti si sono iscritti al modulo “Stupefacenti: aspetti legislativi” e al modulo dedicato alla gestione del paziente con dolore osteoarticolare o da trauma” ha spiegato Mandelli. E su questo fronte ha annunciato la più recente delle iniziative federali: “Si tratta di un manuale sulla normativa che regola la prescrizione, la
Guida pratica per il farmacista, che dà conto anche di tutte le novità introdotte dalla legge 38. Oltre alla formula editoriale innovativa il libro, che abbiamo realizzato grazie anche all’appoggio di Mundipharma Pharmaceutical, verrà messo on-line sul nuovo sito federale (www.fofi.it) che sarà presentato il prossimo maggio a Cosmofarma. In questo modo il testo potrà essere aggiornato rapidamente in funzione delle necessità”.