Contraccezione gratuita per le immigrate e un’informazione ad hoc sui sistemi contraccettivi per arginare il ricorso agli aborti che viene praticato soprattutto dalle donne straniere. Infatti, nonostante per la prima volta in quasi 40 anni il numero degli aborti sia dominuito, in un anno, di oltre il 5%, come testimoniano i
dati della Relazione sull’Ivg del Ministero della Salute, un aborto su tre in Italia riguarda una donna immigrata. Trovare una soluzione è essenziale.
A indicare la strada per arginare il fenomeno è la Società Italiana della Contraccezione (Sic): “Il trend virtuoso della riduzione degli aborti non vale per le donne straniere – ha detto
Annibale Volpe, past president della Sic – il 34% delle donne che abortiscono sono straniere e in alcune Regioni si raggiunge addirittura una percentuale del 50% sul totale complessivo se non del 75%”.
Come uscire dall'impasse? “Le comunità di stranieri nel nostro Paese sono tante e tutte con tradizioni, religioni e culture diverse – ha quindi suggerito Volpe – per questo occorrono figure di mediazione culturale che vadano a parlare di contraccezione direttamente ‘a casa’ degli stranieri, nella loro lingua e con chiarezza. Alcune Asl virtuose, come accade in Toscana, propongono alle donne sottoposte a Ivg, sistemi permanenti di contraccezione gratuiti: quella che può apparire una spesa per la Sanità, è in realtà un risparmio considerato che, come si è detto, di solito il medesimo soggetto si sottopone più volte all’intervento e che ogni singolo intervento costa, a seconda delle Regioni, dai 780 ai 1.800 euro”.
Ma per Volpe occorre anche giocare la carta dell’informazione online: “Internet è un bacino sempre più importante dal quale si traggono informazioni sulla salute – ha concluso – per questo noi della Sic portiamo avanti ormai da più di un anno un profilo Twitter e un profilo Facebook, sui quali cerchiamo di spiegare in modo semplici i concetti cardine della contraccezione e di fare finalmente chiarezza su tutta una serie di luoghi comuni”.