Il 75% dei medici di Continuità Assistenziale (ex guardia medica) è pronto a confluire nel Ruolo Unico, uscendo dall’isolamento attuale per lavorare all’interno di una squadra in cui non esista più distinzione di ruolo tra le diverse figure che si fanno carico delle attività assistenziali proprie della medicina generale. E’ quanto emerso da un sondaggio di valenza nazionale condotto dal Settore Continuità Assistenziale della FIMMG, che ha ritenuto maturi i tempi per avviare un’ampia consultazione che rilevasse aspirazioni, timori e sensibilità dei Medici di Continuità Assistenziale, in relazione agli elementi di innovazione che il nuovo ACN dovrà introdurre.
Al sondaggio hanno aderito 2.217 Medici di Continuità Assistenziale, iscritti e non al Sindacato, di età compresa tra 27 e 66 anni; 1183 sono stati i questionari integralmente compilati e quindi utili ai fini della ricerca.
Il campione, rappresentato da medici che nel 65% dei casi esercita unicamente il ruolo di ex guardia medica e nel 32% è anche medico di famiglia, ha espresso nel 74% dei casi la volontà di estendere la propria attività anche in orario diurno feriale, completando in tal modo la continuità dell’assistenza oggi offerta soltanto in orario notturno, festivo e prefestivo.
Le nuove funzioni che il Ruolo Unico permetterebbe di attribuire ai medici di C.A. in orario diurno rappresentano il principale elemento di novità: soltanto il 4% degli intervistati afferma di svolgere, oggi, attività quali la medicina di iniziativa, l’assistenza residenziale, la formazione, la telemedicina, l’attività di ricerca, le dimissioni protette, la diagnostica di primo livello e l’audit clinico.
Ampio consenso è stato anche dato a proposte di riorganizzazione strutturale ed economica del ruolo: il 79% è favorevole all’autonoma organizzazione, ricevendo in busta paga quote d’incentivazione per i fattori di produzione (PC, sedi, auto, farmaci…), nonché alla rimodulazione del compenso per l’inserimento di una quota variabile legata al numero di assistiti dell’associazione di riferimento (67%) e al raggiungimento di obiettivi assistenziali (75%).
L’81% chiede strumenti di condivisione delle informazioni cliniche degli assistiti, come già previsto dal vigente ACN, e degli obiettivi assistenziali.
“Il sondaggio – si legge in una nota - trova pertanto uniti i medici nella consapevolezza che l’evoluzione della capacità assistenziale potrà essere realizzata solo da professionisti che si approprino di strumenti, anche investendo in prima persona, a partire da quelli dell’ICT e che siano nelle condizioni di realizzare esperienze aggregative - già previste dall’ACN ma mai compiute - per accrescere la capacità di risposta ai bisogni assistenziali, propria e del sistema, in termini di appropriatezza, efficacia ed efficienza”.