Donne sempre più impegnate nel mondo del lavoro, ma anche più presenti nelle liste degli infortuni registrati dall’Inail. In un approfondimento dedicato alla donne in occasione dell’8 marzo, infatti, l’Istituto evidenzia che mentre per gli uomini si registra un calo degli infortuni (-2,9%), per le donne il trend è al contrario in aumento, seppure lievemente (+0,4%). Un dato che, sottolinea l’Inail, è comunque in linea col corrispettivo andamento dell'occupazione femminile, anch'esso in leggera crescita dello 0,1% contro un calo dell'1,1% per gli uomini. Andamento simile anche per quanto riguarda i casi mortali dove, a fronte di una sostanziale stabilità della componente femminile (scesa dai 72 morti del 2009 ai 70 del 2010), il calo dei "colleghi" maschi risulta molto più consistente in termini percentuali, pari a -7,2% (da 981 casi nel 2009 a 910 nel 2010).
Le più a rischio infermiere e badanti. I settori di attività più pericolosi per le donne sono quelli del terziario. In particolare la sanità (12,8%), commercio (10,3%), servizi alle imprese (10,2%), alberghi e ristoranti (8,5%). Sia per le lavoratrici italiane che per le lavoratrici straniere (che rispetto al 2007 hanno registrato per l'industria e servizi un aumento del 3,1%), anche se per queste ultime il settore di attività prevalente è quello domestico (9,1% contro 0,5%). Nel dettaglio, le lavoratrici italiane che si infortunano di più sono le infermiere (9,2%), mentre tra quelle straniere le colf e le badanti (8,5%).
Rispetto alla parità di opportunità tra sessi, l'Italia è ancora indietro rispetto agli altri Paesi. Per il World Economic Forum sulle differenze di genere in 114 Paesi, il nostro Paese si colloca solo al 74° posto della classifica internazionale. L'unica nota positiva è costituita dal primato delle imprenditrici italiane (oltre 1,4 milioni), che fa posizionare l'Italia davanti a Germania (1,3) e Regno Unito (1,1).