"Invadenza pervasiva della politica nella gestione della sanità, intreccio tra spesa pubblica ed attività criminose, deficit di etica della responsabilità della Politica e di cultura organizzativa dei settori dirigenziali, atavica allergia alle regole ed evasione fiscale, piccola e non, per assenza di controlli. Il tutto senza dimenticare i durissimi piani di rientro che negli ultimi anni hanno messo in crisi la sanità del Meridione e i suoi operatori". Questi i problemi emersi e ‘fotografati’ a Napoli sabato scorso durante il Convegno organizzato dal sindacato dei medici dirigenti dell’Anaao dal titolo: “La sanità al sud: Selfie di un diritto negato”.
Una giornata intensa in cui camici bianchi, autorità istituzionali e cittadini si sono confrontati sulle criticità che avvolgono i sistemi sanitari delle regioni del Sud.
“La sanità al Sud – ha dichiarato il segretario nazionale dell’Anaao,
Costantino Troise - rappresenta un’altra faccia di una irrisolta questione meridionale che, come un fiume carsico, di tanto in tanto esce dalle tenebre”. E in quest’ottica Troise ha ricordato come “il recente rapporto Svimez non solo evidenzia la crescita del gap tra Regioni meridionali e del Centro-Nord, ma anche lo stato comatoso in cui una infrastruttura civile e sociale, quale quella sanitaria, versa nelle regioni meridionali”.
E dure in questo senso sono state anche le critiche alle politiche sanitarie degli ultimi anni, più attente al bilancio che ad erogare salute. “La ricetta delle 3T (tagli, ticket e tasse) – sottolinea Troise - , con la quale negli ultimi anni sono stati raggiunti risultati parziali sul risanamento dei conti, ha comportato il prezzo di una assistenza negata, che in fondo è il modo migliore per risparmiare. Il diritto alla salute, fondamentale diritto della persona secondo la nostra Costituzione, uno e indivisibile, viene così declinato secondo il CAP non solo per quanto riguarda gli aspetti organizzativi ma anche per efficacia e sicurezza delle cure, ed aderenza ai programmi di screening. Per di più, la persistenza di considerevoli quote di mobilità sanitaria sposta ingenti risorse economiche, realizzando il paradosso per cui sono le regioni più povere a finanziare la sanità delle regioni più ricche”.
E per far fronte a tutto ciò la richiesta Anaao è che in “situazioni straordinarie servono risposte straordinarie. Altrimenti tanto vale rassegnarsi all’evaporazione della idea di Nazione ed alla trasformazione delle differenze in divaricazione su principi elementari di coesione sociale. Non basterà certo la applicazione reclamata da più parti dei costi standard che rischiano di cristallizzare il differenziale attuale non tenendo conto dei differenti punti di partenza. Occorrerà, invece, riscoprire la lezione di don Milani rifiutando parti eguali tra diseguali”.
Al convegno è intervenuto anche il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato
Emilia Grazia De Biasi (PD) che nel suo intervento ha ricordato come “21 sistemi sanitari producono solo disuguaglianze” ricordando come in Italia “noi dobbiamo essere uguali di fronte al raffreddore come davanti al cancro”. Per De Biasi servirebbe una maggiore collaborazione anche tra le Regioni del Sud perché “ci sono troppe ripetizioni e duplicazioni” e in questo “c’è una responsabilità politica”. Ma De Biasi ha anche affermato come al Sud che occorre “uscire dall’autorappresentazione della miseria. Chi fa così si dà ragione a chi non vuole il sud. Mi fa rabbia che c’è ancora questa contrapposizione Nord-Sud”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore del PD
Amedeo Bianco che ha rimarcato come “la sanità è rimasta una pagina scritta solo nell’agenda del Mef”. In questi anni la “sanità di questi anni ha ricevuto l’attenzione dal lato dei costi. Ma non si è considerato il valore che invece ha a livello di coesione e identità nazionale”. E per questo secondo Bianco “occorre cambiare registro perché non contano solo le cifre economiche”.
All’evento presente anche il Coordinatore del Tribunale dei diritti del Malato della Campania
Antonio Gambacorta che ha denunciato come per esempio “in Campania la politica dice che l’enorme buco sanitario è stato ripianato. Voglio sperarlo ma desidero anche ricordare come esso è avvenuto sulla pelle di cittadini e operatori. Mantenere aperti i Pronto soccorso o le Unità operative senza personale o con organico molto scarso è scandaloso”. E poi lancia l’allarme: “Oggi il cittadino al sud non ha più assistenza. Si parla di Lea ma sono fermi dal 2001”.
Un focus sul tema è stato offerto infine anche dal sindaco di Napoli,
Luigi De Magistris. “Ho l’impressione che in questi anni si siano ripianati i debiti economici attraverso la compressione dei diritti costituzionali”. Per De Magistris occorre che “la politica faccia un passo avanti e uno indietro. Quello indietro riguarda la gestione e l’autonomia delle scelte che deve essere fatta da chi sta in prima linea. La politica deve garantire i diritti costituzionali e deve fare di più invece per dare servizi ai cittadini assumendosi la responsabilità delle scelte”. Anche perché “tagliando sulla sanità ci sono anche altri diritti che vengono compressi, penso per esempio alla sicurezza”. E in questo senso il sindaco ha manifestato l’auspicio per “un coinvolgimento dei comuni sulla materia. Il sindaco deve avere la possibilità di dire la sua”.