Mentre al Pascale si inaugura il nuovo Ciclotrone - e la rete dalla Radioterapia campana si arricchisce di un importante tassello per elevare lo standard delle tecnologie disponibili nelle terapie anticancro di eccellenza, torna in primo piano il nodo dei tetti di spesa per le attività diagnostiche e specialistiche in convenzione.
Al grido di allarme lanciato nei giorni scorsi dall’Aspat Campania sull’esaurimento delle risorse per le attività di radioterapia in convenzione, fa ora eco una lettera aperta inviata dal Sindacato nazionale radiologi al
presidente della Regione Vincenzo De Luca. Un appello affinché intervenga in vista del raggiungimento del tetto del budget assegnato anno per anno alle Asl per remunerare le attività dei centri campani accreditati per la diagnostica radiologica. E la specialistica per analisi di laboratorio, branche a visita e diabetologia non sta certo meglio. Solo la medicina nucleare ha benzina sufficiente per arrivare fino a fine anno. Un esaurimento precoce delle risorse, in anticipo rispetto ai tempi di un fenomeno che si ripresenta ogni anno in Campania e che lo stesso de Luca ha già avuto modo di stigmatizzare annunciando correttivi dal prossimo anno.
“Il 2016 è lontano – sottolinea
Bruno Accarino, presidente regionale di Snr -, sin da agosto avremo l’esaurimento delle risorse per la diagnostica radiologica per quasi tutte le Asl. Un dato di fatto che prelude allo stop alle attività in convenzione e che da un lato determina la chiusura o il ridimensionamento dei centri accreditati (con tanto di Cassa integrazione del personale) e dell’altro configura la mancata assistenza per migliaia di pazienti ai quali restano poche strade per accedere alle cure: ossia rivolgersi alle strutture pubbliche, dove le liste di attesa sono incompatibili con i Livelli essenziali di assistenza, ovvero raggiungere strutture di regioni limitrofe per sottoporsi a indagini di Ecografia, Tac e Risonanza magnetica infliggendo un danno certo alle casse della Regione già intaccate dai 300 milioni annui di media rimessi a monte sul tavolo del riparto del fondo sanitario nazionale per la migrazione sanitaria passiva”. La terza chance è mettere mano al portafogli e pagare di tasca propria le indagini che servono, se le condizioni economiche, dei singoli e delle famiglie, lo permettono. Quel che è certo è che la mappa del disagio disegnata da Bruno Accarino, presidente regionale di Snr, è reale. Il rosso fisso già oggi segnato da quasi tutte le Asl entro la fine di agosto diventerà esaurimento totale delle risorse per la diagnostica radiologica e agli inizi di settembre resteranno a secco anche Asl provinciali, come Benevento e Salerno, che solitamente sono più capienti delle metropolitane su questo capitolo di spesa.
“Chiediamo che l’intervento di De Luca, annunciato per sciogliere il nodo dei tetti di spesa a partire dal 2016, sia immediato – dice Accarino - i pazienti non possono attendere. Posticipare analisi e indagini significa rinunciare alle cure e sono in tanti, tra anziani e fasce sociali meno abbienti, ad abdicare ai bisogni di salute di fronte alle palesi difficoltà della rete assistenziale pubblica ad assicurare le prestazioni nelle strutture pubbliche e private accreditate con il servizio sanitario regionale. Del resto tra cassa integrazione del personale e migrazione sanitaria la Regione ci rimette più di quanto non farebbe integrando il budget per la manciata di milioni di euro che servono ad allungare fino a dicembre le prestazioni in convenzione”.
Accarino punta il dito sui tetti di spesa sottostimati ma anche sugli errori di programmazione e su una rete di controlli relativi alle prescrizioni e all’appropriatezza delle indagini che fa acqua da tutte le parti.
Il leader del sindacato radiologi, nella lettera aperta a De Luca, se la prende anche con i sindacati confederali e le associazioni di pazienti, spesso fuori bersaglio rispetto alle denunce dei malfunzionamenti della macchina sanitaria e assistenziale campana.
“Sindacati e Associazioni dei Malati e dei Cittadini sono spesso distratti – dice - verso queste problematiche e più inclini alla sola protesta, mentre il sindacato che rappresento, a nome della quasi totalità delle strutture sanitarie che erogano prestazioni dell’area radiologica in regime di convenzione, intende aggiungere una proposta di risoluzione definitiva del problema dei tetti di spesa e dell’esaurimento precoce delle risorse”.
La proposta per uscire fuori dalle secche di una programmazione colabrodo è condensata in quattro punti:
✔ il rispetto delle norme vigenti riguardo all’erogazione di alcune prestazioni diagnostiche e alle attività prescrittive collocate a monte delle attività diagnostiche specialistiche;
✔ identificare modalità di controllo univoche su tutto il territorio regionale (check-list) anche riguardo alle limitazioni prescrittive e ai controlli di appropriatezza imposti da norme, delibere e circolari nazionali e regionali;
✔ verificare in modo costante e preventivo le prestazioni maggiormente richieste ed erogate sul territorio per effettuare una programmazione mirata;
✔ delineare e applicare linee guida prescrittive ulteriori rispetto a quelle vigenti per alcune prestazioni ritenute ad alto rischio di inappropriatezza così come già fatto in altre regioni (Es. ’Emilia Romagna, Lombardia, Toscana) e già proposte dalla Sirm (Società italiana di Radiologia medica) sin dal 2012.
Senza dubbio una patata bollente per De Luca, anche perché lo stesso allarme si estende a tutta la specialistica convenzionata sebbene la mappa che disegna il tortuoso iter sulla via dell’esaurimento delle risorse sia in questo caso più variegata: dal 14 luglio sono state già prosciugate le riserve per la cardiologia convenzionata nella Asl Napoli 1 centro, il limite si raggiungerà il 29 luglio a Caserta, il 4 agosto a restare a terra sarà Na 2. E ancora a fine luglio scatta il semaforo rosso per Napoli nord e Napoli sud per le prestazioni di laboratorio che a Napoli 1 Centro saranno invece esaurite il 13 agosto. Insomma ancora pochi giorni o settimane e per visite specialisitche, analisi di laboratorio, esami radiologici e controlli diabetologici scatterà il passaggio all’assistenza indiretta.
L’unica soluzione sarebbe lo stanziamento di un extrabudget che negli anni scorsi è stato assicurato dalla Regione almeno per le prestazioni salvavita e irrinunciabili, ossia radiologia, radioterapia e dialisi. Un percorso che quest’anno sembra però non concretizzarsi visto anche il tenore di una circolare della struttura commissariale che non fa altro che allertare le strutture pubbliche a fare di più. Ma sarà difficile, viste le attuali penurie di personale, allungare i tempi di attività dei centri diagnostici di Asl e ospedali.
Una delle ipotesi allo studio è intervenire con uno stanziamento destinato ai malati cronici, ovvero a coloro che hanno una malattia grave ed invalidante già ampiamente certificata dal servizio sanitario stesso e che alimenterebbe certamente la migrazione sanitaria di confine verso strutture di altre regioni. L’importo economico va calcolato in dettaglio, ma, secondo le stime delle associazioni di categoria, dovrebbe essere di 15-20 milioni per dare la copertura finanziaria limitatamente ai portatori di malattia cronica, mentre si attesterebbe a 40-45 milioni per arrivare a coprire l’arco dei 12 mesi per tutti i cittadini. Parliamo, insomma, di una variazione che, sui 10 miliardi circa del Fondo sanitario regionale, sposterebbe meno dello 0.5% laddove il bilancio regionale, tra avanzo di gestione e maggior finanziamento ottenuto in sede di Conferenza Stato-Regioni, dovrebbe disporre di un “tesoretto” di circa 300 milioni.
Ettore Mautone