Nonostante le frequenti segnalazioni dei media e le iniziative di sensibilizzazione e di formazione rivolte in particolare agli operatori socio – sanitari, il maltrattamento all’infanzia rappresenta una condizione patologica largamente presente, poco segnalata e con conseguenze gravi, pericolose e spesso persistenti.
Il mondo sanitario, come hanno evidenziato anche recenti studi (Di Blasio), continua ad essere tra i soggetti sociali che segnalano / denunciano meno situazioni di maltrattamento / abuso all’infanzia.
Le cause sono molteplici e, per molti aspetti, giustificabili; resta però la considerazione che il pediatra, come “avvocato” dell’infanzia, non può sottovalutare tale condizione e deve poter disporre di strumenti e di relazioni utili per difendere l’infanzia.
All’interno di tutta la popolazione pediatrica, quella della fascia 0 – 3 anni costituisce un’età particolarmente a rischio :
-per la numerosità, spesso misconosciuta dell’incidenza effettiva;
-per la gravità delle lesioni e, spesso, anche per la morte;
-per l’estensione degli autori che sono coinvolti.
Al livello europeo, nell’ambito dei progetti Daphne, è stato recentemente completato un progetto, il
progetto INTOVIAN (
www.intovian.eu) cui hanno partecipato professionisti con competenze mediche e psicologiche di Portogallo, Inghilterra, Grecia, Cipro e Italia che hanno approfondito il maltrattamento all’infanzia e, soprattutto, quello della fascia 0 – 3 anni, sia sul piano relazionale attraverso interviste di coppie madri – figlio/a, sia attraverso la messa a punto e la sperimentazione di uno “strumento di screening” (Louwers) che consentisse a pediatri e operatori sociali di sospettare e/o diagnosticare situazioni di maltrattamento e/o trascuratezza.
Il questionario,
allegato al presente articolo, è di agevole utilizzo ed in pochi minuti permette al pediatra di rilevare nel bambino portato alla sua osservazione e nella relazione tra il familiare e/o l’accompagnatore caratteristiche comportamentali di sospetto che gli permettano di attivare un percorso di ulteriore approfondimento e di protezione segnalando il bambino ai servizi sanitari e sociali del suo territorio.
Come si può agevolmente verificare leggendo lo strumento di screening, i sei items di osservazione permettono al pediatra di guardare al bambino e ai suoi familiari / accompagnatori con una attenzione non banale e, prima di avanzare un sospetto, orientarsi in una diagnosi differenziale che tenga conto del livello evolutivo del bambino sul piano fisico e psicologico e delle modalità relazionali di chi lo assiste.
Sono certo che tale strumento di screening rappresenta un utile supporto che finisce per stimolare una più adeguata osservazione clinica dei piccoli pazienti.
Invito i pediatri che utilizzeranno il questionario a volerci segnalare le difficoltà che potranno presentarsi, mentre sollecito i Pediatri Ospedalieri, destinatari di valutazioni di 2° livello, a valutare la congruità tra i casi sospettati e le valutazioni definite.
Il nostro Centro resta a disposizione di quanti intenderanno utilizzare le sue competenze per fornire indicazioni e consigli.
Giovanni Visci
Consulente scientifico
Centro Studi Sociali per l’Infanzia e l’Adolescenza
“don Silvio De Annuntiis” . Scerne di Pineto (TE)