Anche gli infermieri commemorano il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale con un evento frutto della collaborazione sinergica tra Collegio Ipasvi Milano-Lodi-Monza e Brianza, Soisai (Società Italiana di Storia dell’Assistenza Infermieristica), Asi (Accademia Scienze Infermieristiche) e Dipartimento Militare di Medicina Legale di Milano. L’evento, rientrante nel Programma ufficiale delle commemorazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, si intitola
“Il Piave mormorava – Le infermiere italiane nella Prima Guerra Mondiale”, e punta l’attenzione sul ruolo delle donne nel conflitto bellico e sulla nascita dell’infermieristica moderna.
"Siamo doppiamente soddisfatti – spiega il presidente del Collegio
Giovanni Muttillo – perché il Congresso vuole rievocare la Prima Guerra Mondiale da una prospettiva raramente indagata. Usando i diari dei combattenti, lettere, fotografie, cartelle cliniche (diari medici e infermieristici) e servendosi di materiale raro e spesso inedito, racconta la nascita dello “shell shock”, una malattia fino ad allora sconosciuta, di cui un gran numero di soldati, chiamati “scemi di guerra,” soffrì. L’evento è incentrato sulla figura delle infermiere, che hanno saputo fornire un valido, ineguagliabile contributo umanitario ai nostri soldati, dando lustro alla professione infermieristica tutta. Ma non solo: un altro motivo di soddisfazione è rappresentato dal fatto che l’iniziativa ha avuto il riconoscimento ufficiale delle commemorazioni del centenario da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Segno che da una buona collaborazione istituzionale e associativa in rete possono discendere risultati importanti".
"Sono particolarmente fiero e orgoglioso – aggiunge il Colonnello medico
Fabio Zullino, Direttore D.M.M.L. Milano – che il D.M.M.L. di Milano e il personale infermieristico in particolare diano il proprio fattivo contributo, in partnership con autorevoli esponenti del mondo infermieristico, accademico e istituzionale che da anni operano in crescente sinergia con la sanità militare, al Symposium dal titolo Il Piave mormorava – le infermiere italiane nella prima guerra mondiale. Con il Collegio Interprovinciale IPASVI Milano-Lodi-Monza e Brianza la celebrazione commemorativa in chiave congressuale e la rievocazione delle vicende e delle testimonianze di chi ha assistito i soldati sul fronte, si ripresentano collaborazioni tra il mondo militare e quello civile che oggi più che mai trovano nel confronto reciproco, nella disciplina, nella storia, grande cooperazione. Gli infermieri italiani, civili e militari, percorreranno l’obiettivo comune di consolidare i valori e le tradizioni che la nostra storia ci ha tramandato cogliendo l’occasione di riflettere sulle sfide del presente e del futuro".
È anche per questo che
Francesco Saverio Castellano, Primo Maresciallo sanità, Responsabile Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo e Ausiliario del D.M.M.L. di Milano afferma: "Ho aderito con piacere ed entusiasmo alla richiesta di contribuire, unitamente al collega Antonio Bortune, all’organizzazione del Symposium: un’occasione particolare per evocare il conflitto mondiale da una diversa prospettiva e condividere valori e tradizioni lasciati in eredità. I ricordi possono emozionare e motivare, ma innanzitutto stimolare a fare sempre di più e meglio credendo nella professione".
Dalla storia, infatti, c’è solo da imparare. "L’occasione del Centenario di commemorazione della Prima Guerra Mondiale – afferma il Presidente della Soisai
Giancarlo Celeri Bellotti –, è motivo di 'sano' vanto e orgoglio da parte della Società, quale partner del gruppo allargato che, con entusiasmo, sinergia ed esperienza, ha organizzato questo Congresso Storico Nazionale. L’assistenza infermieristica operata dalle nostre Infermiere, non senza rischi, pericoli e difficoltà, riprenderà vita in questa giornata, strutturata certamente per ricordarle sentimentalmente e affettuosamente, ma anche per mettere in evidenza quanto sia necessario avere, anche nel nostro Paese, personale d’assistenza preparato e organizzato".
Sono state le infermiere a fare la differenza nella Prima Guerra Mondiale, affrontando la sfida di un’assistenza tutta da “costruire”, quasi da “reinventare” in nome di un’urgenza senza precedenti. L’evento bellico rappresentò in un certo senso il motore propulsore dell’infermieristica in Italia, infatti furono mobilitate circa 10 mila infermiere volontarie e un imponente apparato di soccorso e assistenza. In 41 mesi, furono impegnati tutti gli attori sanitari nella gestione del trasporto, del ricovero e cura di oltre due milioni e mezzo di feriti e ammalati.
In prima linea, l’organizzazione sanitaria, di fronte all’inaspettato afflusso di feriti, cercò di mettere in atto una stretta collaborazione con altre istituzioni come la Croce Rossa Italiana e il Sovrano Ordine Militare di Malta. Nelle regioni del fronte interno, invece, furono impiegate sia la Croce Rossa che la Sanità Militare a cui si aggiunse anche il sostegno di migliaia di donne organizzate in comitati civili per l’assistenza, supportati dalle istituzioni comunali e ospedaliere.
Figure la cui importanza non ha sempre ottenuto la dovuta attenzione. "Accademia Scienze Infermieristiche – commenta la presidente
Paola Arcadi – ribadisce il proprio interesse nel promuovere iniziative volte a rintracciare nella storia l’impegno infermieristico e a stimolare la riflessione sui fatti storici che hanno riguardato la professione. Si tratta di un contributo per ricostruire le radici della cultura e dell’identità infermieristica stessa. Questa giornata congressuale è dunque per noi fonte di orgoglio, poiché affrontiamo un momento storico che ha visto toccare con mano quanto l’assistenza profusa dalle infermiere impegnate nel conflitto abbia contribuito ad alleviare sensibilmente le ‘ferite’ (fisiche, psicologiche, spirituali) riportate sul fronte della Guerra, consegnando ai posteri una testimonianza di dedizione e competenza che ancora oggi permane viva nel suo valore".
Le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, partite per il fronte motivate e con alle spalle un percorso formativo serio e disciplinato, prestarono servizio e rientrarono alle loro dimore dislocate su tutta la penisola come Corpo femminile della più grande associazione umanitaria del mondo. "A loro va un pensiero e un ringraziamento – conclude Muttillo – come donne, come speranza, come coraggio".