Come gli altri anni, è maggio il mese scelto dalla
Federazione Internazionale Podologi e Podoiatri (Fip) come “mese mondiale per la prevenzione e cura del piede”. L’Associazione Italiana Podologi ha assicurato il proprio impegno individuando una giornata, giovedì 28 maggio, nella quale alcuni studi associati assicureranno sul territorio le visite gratuite a quanti ne faranno richiesta. Nella prima settimana di maggio al cittadino basterà andare sul portale (www.associazionepodologi.it) per individuare lo studio a lui più vicino che ha aderito all’iniziativa.
L’Italia, quindi, insieme agli altri Paesi che aderiscono alla Fip, tra i quali Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Usa, partecipa ad una iniziativa che assume particolari significati sia sotto l’aspetto più strettamente pratico, sia sotto l’aspetto più generale dell’educazione sanitaria. “Occorre infatti tener presente della scarsa cultura del piede nel nostro Paese – sottolinea in una nota l’Associazione italiana podologi - Capita così che la gente spesso trascura semplici affezioni che potrebbero trasformarsi in patologie ben più gravi (si pensi, ad esempio, alla complicanza del piede diabetico) oppure non sa che in Italia da tempo può contare su un professionista laureato, che ha svolto nel corso degli studi universitari un duro e severo tirocinio ed anche, dopo laureato, ha frequentato, nella maggior parte dei casi, master professionalizzanti presso le Università più qualificate”.
l mese del piede, inoltre, può costituire un’utile opportunità anche per i medici, ai quali i podologi, in relazione a quanto stabilito dal loro profilo professionale, indirizzano i pazienti che soffrono di problemi che non sono di loro competenza.
La giornata acquista particolare valore anche nella
lotta all’abusivismo. Sono sempre più numerosi, infatti, quanti, senza nessun titolo (ad es. pedicure, estetiste) pubblicizzano la loro capacità di “curare” il piede, realizzando così un vero e proprio “abuso di professione”, previsto dall’ articolo 348 del Codice Penale.
Quella del mese del piede è quindi un’iniziativa di grande rilievo anche sotto l’aspetto dell’educazione sanitaria. “Occorre infatti sapere – sottolinea la nota - che il sistema sanitario e quindi la gente può contare su professionisti, i podologi, che curano con grande professionalità determinate patologie, ma soprattutto sono in grado di assicurare una buona qualità della vita. Si pensi, ad esempio, agli anziani (il 70% degli ultra sessantacinquenni soffre di patologie podaliche) per i quali l’assistenza podologica può assicurare una piena mobilità, prima compromessa da affezioni che, pur semplici, ne limitano l’autonomia”.
Le patologie podaliche sono in crescita esponenziale, innanzitutto per l’aumento della popolazione anziana (ogni 100 ragazzi da 0 ai 14 anni l’Istat registra 151,4 anziani da 65 anni e più), ma anche per le mutate abitudini sociali, come, ad esempio, l’uso sempre più diffuso dei tacchi nelle calzature femminili e delle scarpe da tennis da parte dei giovani. Per questo l’Associazione Italiana Podologi, che d’intesa con la Fip ha coordinato l’iniziativa, ritiene estremamente utile che la gente si avvalga dell’opportunità offerta, anche per una maggiore consapevolezza dell’importanza che rivestono i piedi nella salvaguardia del proprio benessere.