“Lo schema di DPR sottoposto al parere appare suscettibile di dare congrua e compiuta attuazione alle finalità indicate dalle norme primarie richiamate in premessa secondo i criteri dalle stesse indicati e negli ambiti e limiti di operatività imposti dalle stesse disposizioni. Non può esimersi tuttavia dall’osservare pregiudizialmente, fatti salvi i suggerimenti e le osservazioni che saranno di seguito illustrati sul testo, che il sistema delineato appare, per così dire, incompiuto rispetto agli obiettivi che si propone di realizzare”.
È quanto sottolinea il Consiglio di Stato nel suo parere (favorevole con osservazioni) al Dpr previsto dalla Legge Balduzzi che disciplina i requisiti minimi uniformi per l’idoneità dei contratti di assicurazione per gli esercenti le professioni sanitarie, sul quale il 18 dicembre scorso c'era stato
parere favorevole della Stato Regioni.
Per il Consiglio tuttavia “rimane uno spazio non coperto dalla normativa
de qua (e che dovrebbe formare oggetto di ulteriore e approfondita riflessione da parte del legislatore primario) costituito da tutte le situazioni nelle quali al mancato accesso (volontario o non) al Fondo corrisponda anche la mancata stipula di un contratto di assicurazione da parte del professionista incapace di sostenere il costo della polizza o respinto dal mercato”.