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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Farmacisti. Eletto il nuovo Comitato centrale Fofi. Mandelli: “Dobbiamo imparare ad affrontare da soli le sfide del mercato”

immagine 12 aprile - Consiglio nazionale degli Ordini dei farmacisti italiani. Si è votato per il rinnovo del Comitato centrale. Superata la querelle sulle incompatibilità Mandelli rilancia la Federazione sul ddl concorrenza: "Idee sbagliate, ma è un fatto che il settore è in sofferenza e che le economie di scala possono essere attuate anche da associazioni di professionisti che comunque non rinunciano alla titolarità delle loro farmacie".  LA RELAZIONE
Incompatibilità tra ruolo ordinisti e politici, tagli alla farmaceutica riguardanti la raggiunta intesa tra Governo e Regioni sulla legge di stabilità, Ddl concorrenza, iter del concorso straordinario per l'assegnazione di nuove sedi farmaceutiche e decreto milleproroghe. Sono tanti gli argomenti di stringente attualità che il presidente Fofi, Andrea Mandelli, ha voluto affrontare nella sua relazione al Consiglio nazionale dell'Ordine di venerdì scorso. Un assise particolarmente importante perché a seguire la relazione del presidente si sono avviate le elezioni per il rinnovo del Comitato centrale della Fofi che si sono concluse domenica alle 12.

Mandelli ha esordito facendo il punto sul tema dell'incompatibilità che, dopo mesi di polemiche che lo hanno visto coinvolto in prima persona insieme al vicepresidente della Federazione Luigi d'Ambrosio Lettieri, ha di recente visto esprimersi in loro favore la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato. "Per quanto riguarda le incompatibilità tra ruoli ordinistici e politici la delibera Anac numero 1 del 9 gennaio 2015 ha stabilito che per quanto riguarda il livello nazionale (Camera, Senato), sono le responsabilità amministrative a determinare l’incompatibilità. La Fofi dal 2004 ha adottato la separazione tra responsabilità politiche e amministrative - ha spiegato il presidente Fofi - . E‘ ovvio che dal 2004 a oggi molte cose sono cambiate, anche nel lessico normativo, abbiamo quindi disposto una precisazione del testo al fine di rendere manifesta al di là di ogni dubbio la nostra piena adesione al dettato della Legge. La Giunta per le elezioni del Senato ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto io e il vicepresidente Luigi d'Ambrosio Lettieri, ovvero che non sussista alcuna incompatibilità".

Non mancano le accuse sugli effetti prodotti dall'ultima legge di stabilità, ossia l’ulteriore taglio di oltre 2,3 miliardi della spesa sanitaria, che dovrebbe tradursi in 545 milioni in meno per la farmaceutica, "il tutto senza porre mano nemmeno al meccanismo dei tetti e del payback". "Lo scenario, dunque - spiega Mandelli - non induce all’ottimismo: non si intravvede alcuno scostamento dalla consueta politica dei tagli lineari, più o meno mascherati".

Su questo sfondo normativo e sui relativi sviluppi per il settore, la relazione prosegue facendo luce sul Ddl Concorrenza. Il testo uscito dal Consiglio dei Ministri viene definito da Mandelli "scheletrico". Un testo che "si limita a disporre un pesante quanto breve intervento sull’articolo 7 della Legge di riordino del servizio farmaceutico, la 362/1991, aggiungendo le società di capitali all’elenco dei soggetti che possono essere titolari dell’esercizio di farmacia privata, si elimina la disposizione che i soci delle società per l’esercizio della farmacia siano tutti necessariamente farmacisti in possesso dell’idoneità e si allinea il comma 3 stabilendo che il direttore della farmacia sia un farmacista abilitato, e non più semplicemente uno dei soci visto che questi possono non essere tali. Infine si elimina il comma 4bis, che stabiliva per le società di professionisti un tetto di 4 al numero massimo di farmacie che la società può possedere".

Il cambiamento prospettato dal Ddl Concorrenza, si sottolinea nella relazione, "non lo ha chiesto l’Europa, anzi, molti dimenticano che la Commissione Europea stessa, nel 2012, ha deciso di abbandonare tutte le controversie sulla regolazione della proprietà delle farmacie nei paesi membri". L’arrivo dei capitali può essere considerato un male minore? Per Mandelli una prima risposta a questo quesito può essere desunta dall’indagine indipendente condotta dall’istituto austriaco Gesundheit Osterreicher, nel 2011, per conto dell’Associazione danese delle farmacie: "Se consideriamo l’allargamento dell’accesso al farmaco da parte dei cittadini, la deregolazione non ha aumentato il numero delle farmacie nelle aree rurali. In Svezia e Norvegia sono aumentate le aperture, ma soltanto nelle città. Infine, e stiamo parlando sempre della prospettiva dell’utente e del servizio sanitario, le ricerche condotte finora non dimostrano un calo della spesa farmaceutica pubblica e/o privata a seguito delle liberalizzazioni, in particolare per il farmaco da banco".

Detto questo, per il presidente Fofi sarebbe comunque un errore limitarsi agli anatemi. "E’ evidente, perché noi stessi lo abbiamo più volte sottolineato, che il sistema è in sofferenza. Qualche cosa da rimproverarci dal lato dell’organizzazione l’abbiamo anche noi - prosegue -. Abbiamo affrontato il mercato in ordine sparso, per cominciare, trascurando che le economie di scala possono essere attuate anche da associazioni di professionisti che comunque non rinunciano alla titolarità delle loro farmacie: in fase di contrattazione per l’acquisto, per la messa in opera di supporti informatici e di servizi per la fatturazione. Non si può dire quanto durerà l’iter parlamentare della Legge, ma dovremo essere presenti nel dibattito con proposte organiche. Sarà fondamentale far sì che vengano previste garanzie di indipendenza della componente professionale all’interno delle società. Potrebbe anche essere l’occasione per ampliare la platea dei titolari, allargandola ai giovani che difficilmente oggi potrebbero acquisire una farmacia".

La relazione passa poi al Concorso straordinario per l'assegnazione di nuovi sedi farmaceutiche che, malgrado le difficoltà insite nel suo impianto, "prosegue il suo iter". Mandelli ha elencato alcune difficoltà emerse per l'assegnazione delle sedi in Liguria, Toscana e Lazio. E' stato poi ricordato come la Corte Costituzionale abbia respinto con l'ordinanza n. 24 del 10 febbraio 2015 la questione di legittimità dell'art. 2, comma 1, secondo periodo della legge 475/68, come modificato dal D.L. 1/12 convertito nella legge 27/12, che ha trasferito ai Comuni il potere di indicare le zone in cui istituire le nuove sedi farmaceutiche, una volta di competenza delle regioni.

Infine, il presidente Fofi ha commentato il decreto Milleproroghe e, in particolare, si è soffermato ad analizzare i dubbi interpretativi sui requisiti richiesti per la titolarità delle farmacie. "Come spiegato dal Ministero della Salute, il Decreto non ha sospeso fino al 31 dicembre 2016 tutti i requisiti finora richiesti per il trasferimento della titolarità, ma soltanto il requisito soggettivo che il farmacista deve possedere per poter ottenere il trasferimento della farmacia: l’idoneità o la pratica professionale almeno biennale. L’unico effetto della norma contenuta nel Milleproroghe, quindi - ha concluso - risiede nella possibilità, posto che siano soddisfatte tutte le altre condizioni, di poter trasferire la titolarità a un farmacista iscritto all’albo anche se questi non è in possesso dell’idoneità o della pratica professionale biennale". 
12 aprile 2015
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