La figura professionale del medico si è andata modificando nel corso dei secoli, anche se l'enorme valenza civile, sociale ed etica è stata già riconosciuta migliaia di anni fa nella civiltà egizia, romana e sopratutto greca, quando in particolare, la mirabile sintesi del "Giuramento di Ippocrate" ne tratteggia gli aspetti fondamentali ed unici nell'ambito delle attività umane.
Ma sopratutto negli ultimi anni si è assistito ad una modificazione culturale e di ruolo del medico che si è dovuto adeguare alle impressionanti e tumultuose modificazioni della società.
Basterebbe pensare ad una serie di rilevanti elementi: lo sviluppo drammatico della tecnologia, l'ultraspecializzazione, lo sviluppo dell'informatizzazione e della comunicazione globalizzata, l'impatto dell'economia e del peso delle ricadute finanziarie sempre crescenti della medicina e dalle scelte del medico.
Infine, l'aziendalizzazione delle attività sanitarie e l'ingresso della managerialità in scala differenziata, ma pregnante, nell'attività professionale di ogni singolo medico.
La crescente e variegata "discussione morale" che connota le attività mediche; il confine tra la vita e la morte, l'uso anche estremo delle tecnologie per il mantenimento in vita, le tecniche di fecondazione, il costo delle cure e dei farmaci salvavita, l'applicazione della medicina basata sulle evidenze, la ricostruzione del genoma umano e le sue molteplici e talora temerarie applicazioni ed implicazioni.
Ed in mezzo a tutte queste complesse modificazioni deve posizionarsi il medico, il Medico del Terzo Millennio, che certamente non è più lo stesso del "Giuramento di Ippocrate" e non è nemmeno più la romantica figura del medico condotto o del cultore assoluto del fonendoscopio.
Tuttavia, il Medico del Terzo Millennio deve associare le insostituibili caratteristiche umane ed etiche che devono anzi essere preservate e rafforzate, il metodo clinico e investigativo del passato con quelle emergenti caratteristiche e competenze che richiede la società moderna con tutta la sua complessità, le sue innovazioni e le sue continue trasformazioni.
E' per questo che in un articolo preparato assieme a
Giuseppe Familiari, professore di Anatomia Umana e grande esperto di pedagogia medica, abbiamo messo a punto un "decalogo", forse non inclusivo di tutte le molteplici caratteristiche che deve avere il medico contemporaneo, per chi aspira a diventare medico, ma anche per chi lo è già.
Il "decalogo" è in realtà una "carta dei valori" che è base dei corsi di formazione medica della nostra Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma.
Il profilo culturale e professionale che ne emerge non è certo semplice e tratteggia i connotati del "nuovo" medico che non può ignorare o schivare del tutto nessuno di questi aspetti, che da una parte richiedono un rafforzamento sempre maggiore del profilo umano, etico e professionale e dall'altra ne sottolineano la svolta verso una modernità di approccio e di cultura che sia capace di rispondere alle sfide imposte dal progresso della scienza e dell'umanità.
Probabilmente, la realizzazione di medici con queste caratteristiche richiederà interventi che siano capaci di rendere più flessibili e articolati i processi di scelta e di convinzione per l'accesso al Corso di Laurea, i programmi stessi dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e dei corsi di formazione post-laurea nonché le valutazioni per la selezione di professionisti per le diverse articolazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
La trasformazione del medico richiederà nei prossimi anni una profonda trasformazione dei processi e dei programmi di formazione e di professionalizzazione che dovrà coinvolgere in prima linea tutte le istituzioni e le sedi di insegnamento.
Carta dei Valori e delle Competenze degli Studenti in Medicina e Chirurgia: “Il Medico nel Terzo Millennio”
1. Vocazione e Passione, Etica, Responsabilità e Spiritualità;
2. Cultura e Ricerca; Approccio metodologico scientifico; impegno nell’aggiornamento e disponibilità all’educazione continua;
3. Investigazione (Metodo) e Critica (anche autocritica);
4. Impiego appropriato e aperto della seconda opinione e dell’interazione specialistica;
5. Corretto e appropriato uso delle tecnologie e dell’informatizzazione;
6. Empatia con il paziente ed i congiunti; predisposizione psicologica ad aiutare;
7. Contatto umano e fisico con il paziente; implementazione del valore dell’esame clinico;
8. Difesa e rispetto della vita - “
no surrender”/no accanimento;
9. Corretto uso delle risorse umane ed economiche, sviluppo di capacità manageriali sufficienti;
10. Confronto e Rispetto dei colleghi e dell’equipe (deontologia).
Massimo Volpe
Professore Ordinario di Cardiologia
II Facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Roma ‘Sapienza’
Azienda Ospedaliera Sant’Andrea